Rai, la Commissione vigilanza dice sì alla Tarantola. Fine del primo atto?
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ROMA, 12 LUGLIO 2012 - Via libera alla presidenza Rai per Anna Maria Tarantola da parte della Commissione di Vigilanza. L'approvazione, che segue il voto di tre giorni fa in Cda, è avvenuta oggi con 31 pareri favorevoli, nessuno contrario, due schede bianche e una nulla. Sei i parlamentari assenti, di cui tre leghisti, due Idv e un radicale. Si trattava dell'ultima tappa, superata la quale l'ex vicedirettore generale di Bankitalia può assumere le redini di Viale Mazzini. [MORE]Si chiude così il rinnovo dei vertici dell'azienda, che ha visto nei giorni passati polemiche e giochi politici a dir poco imbarazzanti che per un soffio non hanno causato un commissariamento da parte dell'esecutivo: basti citare le dimissioni del Pdl Amato dalla Commissione in fase di nomina del Cda, imposte dal partito dopo che il parlamentare aveva dichiarato intenzioni di voto diverse dalle indicazioni venute dall'alto. Fatto che ha provocato il ritardo del voto e un rimpasto ad hoc proprio in vista delle nomine, in barba alle lamentele pubblicamente espresse dal Presidente della Camera Fini al suo omologo in Senato Schifani.
La stessa scelta della Tarantola come Presidente da parte del governo ha provocato non pochi malumori in area berlusconiana, che nelle super-deleghe attribuitele da Monti ha visto una sorta di commissariamento mascherato, un tentativo poco apprezzato di scavalcare le prerogative del Parlamento (leggi: dei partiti). La scorsa settimana, il Pdl Paolo Romani, plenipotenziario berlusconiano in materia televisiva, minacciava di non dare il suo voto a Tarantola in Commissione Vigilanza. La questione non è stata del tutto chiusa fino all'ultimo, se è vero che ieri sera una delegazione del Pdl è stata ricevuta a Palazzo Chigi proprio per discutere di Rai. La notizia ha scatenato le ire di Bersani, che dalla sede Pd di Largo Nazareno ha rilasciato dichiarazioni roventi: «Se il Pdl ritiene di essere il padrone della Rai, vorrà dire che il canone lo pagherà lui». Alla fine tutto è andato come doveva: e si vocifera che dietro la benevolenza last minute del centrodestra in Commissione ci siano i rinnovi delle concessioni radiotelevisive Mediaset.
Dal canto suo, il neo-Presidente ha emesso un comunicato in cui ringrazia più o meno tutti per la «fiducia» accordatale: Napolitano, Monti, Presidenti di Camera e Senato, Cda e ovviamente i componenti della Commissione vigilanza. Al di là dei buoni sentimenti di facciata, però, si preannuncia un braccio di ferro piuttosto intenso tra le due componenti della nuova governance Rai: da un lato i rappresentanti del governo tecnico, ovvero Tarantola e il direttore generale Gubitosi, dall'altra un Cda che continua ad essere espressione dei partiti, e di cui sono ben quattro (su nove) i membri in quota Pdl. Molto dipenderà, come puntualizza Giovanni Valentini su «Repubblica», da come andrà a finire la questione delle deleghe. Senza dimenticare che l'azienda ha registrato un calo drammatico degli introiti pubblicitari, di fronte al quale si impone una manovra finanziaria massiccia che tagli almeno 40 milioni.
Michele Barbero
(Immagine da Asca)