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Cosenza 06 giugno 2012 - Provincia di Cosenza, assistenza in ogni dove, posti letto in abbondanza, rete urgenza ed emergenza pronta ed efficiente, ambulanze a chilometro zero in ogni angolo; fermi tutti non è un miraggio, sono semplicemente i sogni del Direttore Scarpelli.
L’alto dirigente è persona preparata e stimata, saranno quindi sogni assai qualificati, ma pur sempre tali rimangono.
La realtà nuda e cruda è purtroppo un'altra; il dado è tratto ed il danno ai cittadini è concreto, alcuni ospedali sono stati chiusi, i posti letto azzerati, vaste aree senza alcuna tutela sanitaria, ma la beffa no, sarebbe davvero troppo.
L’Azienda Sanitaria di Cosenza attraverso il suo Manager e con la complicità di pseudo difensori dei territori defraudati, continua ad affermare ciò che nella provincia non esiste, nascondendosi dietro tecnicismi che sanno di raggiro e presa per i fondelli.
I posti letto da semplice dato numerico, sono diventati un concetto da interpretare, nella sanità calabrese due più due fa cinque e l’emergenza è solo una esigenza virtuale che si soddisfa mentalmente, pensare che esiste aiuta a non averne bisogno ed a vivere meglio.
Astrazione mentale, è questa la filosofia per l’attuazione del piano di rientro sanitario, l’immaginazione che diventa realtà nella propria mente per inculcarla in quella degli altri.
Non vi è altro modo per giustificare quanto letto in questi giorni, la “più razionale distribuzione dei posti letto per acuti e postacuti” è solo un modo per camuffare l’inadeguatezza di un piano inesistente che non assicura i livelli minimi di assistenza.[MORE]
Non intendiamo dare ulteriori dati e cifre, i numeri li da già l’Asp per conto proprio, preferiamo rimandare tutti al sito della Regione Calabria : http://www.regione.calabria.it/sanita/ dove alla voce Piano di Rientro vengono riportati integralmente i decreti 18/2010 e 106/2011 con l’indicazione dei posti letto precedenti e successivi all’entrata in vigore, così che ognuno possa rendersi conto della verità.
Ed a proposito di verità, un'altra capziosamente sottaciuta è che il Piano di Rientro approvato nel 2009, prima di essere reso esecutivo nel 2010, è stato sostanzialmente rivisto e modificato dal Commissario Scopelliti, variandone struttura, obiettivi, e riconversioni, basandosi sul principio: meno posti letto, maggiore risparmio.
Ma tutto ciò pur essendo disposto non si attua, i capt rimangono scatole vuote mentre spoke ed hub sono come armadi colmi ma barcollanti che non garantiscono il ricambio e quindi la fruizione di servizi sanitari per tutti.
Coloro i quali sostengono l’aver avviato la rete di emergenza-urgenza, sarebbe il caso di invitarli a soggiornare per qualche periodo nei Comuni di Aieta, Papasidero o Verbicaro oppure Nocara, Rocca Imperiale o Mandatoriccio, per una verifica sul campo e sulla propria pelle; che i sindaci provvedano all’ospitalità.
Non si tratta quindi, come semplicisticamente sostenuto, di una polemica di qualche operatore ma di esigenze vere e drammaticamente serie che compromettono la vita di migliaia di cittadini i quali vivono su territori completamente abbandonati dalla sanità pubblica.
Zone montane, collinari e marittime sono scandalosamente e colpevolmente scoperte di pronto soccorso e di ambulanze medicalizzate confortevoli e sicure; ed a poco o nulla servono le promesse estive di nuove postazioni di soccorritori esterni quando volutamente viene accantonato il disponibile personale sanitario interno altamente qualificato.
Ecco perché aldilà delle vacue ed improduttive dichiarazioni di propaganda, è necessario dare attuazione concreta a ciò che è stato stabilito.
Il sonno della ragione genera mostri ma il dormire sulla sanità provoca morte, svegliatevi, i vostri sogni sono incubi per i cittadini.
Raffaele Papa
Coord. Prov. MpA Cs