Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
Riceviamo e pubblichiamo
CATANZARO- Noi “festeggiamo” con il lutto al braccio il quarantennale del consiglio regionale calabrese. Il 13 luglio 1970 è una data pregna di significati: fu la prima volta che si tenne la seduta di Consiglio. Si tenne a Catanzaro, com’era ovvio che avvenisse. Ma fu anche la prima e l’ultima, dunque l’unica seduta, tenutasi nel capoluogo. Dopodichè un uragano campanilistico, biechi compromessi politici, debolezza dello Stato centrale, messi tutti insieme a cuocere in un calderone falsificante della storia calabra che tendeva a screditare il ruolo di Catanzaro, furono gli elementi che quarant’anni fa sancirono una anomalia istituzionale di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze negative: lo sdoppiamento degli enti, degli uffici, delle competenze e tutto ciò che ne deriva. Oggi la Calabria è inutilmente rappresentata dalla dicotomia Catanzaro-Reggio dove la prima è sede della Giunta, la seconda del Consiglio. Con l’aggravante che la regione ne esce umiliata e depotenziata al suo esterno. [MORE]Un doppione, con le sue distanze anche fisiche, che appesantisce e rende poco efficiente la funzionalità e la comodità amministrativa e burocratica della regione. Tant’è che il neogovernatore Scopelliti ha già provato sulla sua pelle tali difficoltà, sebbene negherà fino alla fine che esse esistano. Una regione nata quarant’anni fa in un clima di tensione sotto gli assalti del campanilismo reggino prima tollerato e poi addirittura esaudito con la bilocazione delle funzioni istituzionali. Oggi la Calabria paga la debolezza di chi, quarant’anni fa, non seppe imporre l’ordine e il rispetto istituzionale, ritrovandoci con la sede della Giunta nel capoluogo e quella del Consiglio a 170 chilometri di distanza, nel punto oggettivamente più decentrato della Regione.
Cosa c’è da festeggiare? Assolutamente niente!
Le passerelle, i convegni, le mostre, le dichiarazioni dei politici di oggi assieme a quelli di quarant’anni fa, serviranno solo a seppellire la memoria istituzionale e politica sotto una gigantesca ondata di demagogia e di subdolo discredito di Catanzaro quale capitale regionale. Il quarantennale che oggi si celebra sarà l’occasione, per molti, di trasportare derrate di vigliaccheria, così comoda per chi non abbia il coraggio di guardare alla tematica del capoluogo con oggettività, senza strumentalismi, senza riserve e intenzioni nascoste.
Il nostro movimento, per aver riproposto l’argomento in varie forme e in più tempi – anche attraverso l’apposito disegno di legge “Catanzaro Capitale” presentato al Senato lo scorso 21 maggio 2009 - ha spesso subìto l’attacco demenziale da parte di chi, facendo vibrare su questo tema la solita corda bassamente propagandistica, ha tentato di sminuire il significato vero della nostra battaglia ottundendone gli argomenti base: la razionalizzazione dell’apparato regionale, l’abbandono di ogni dualismo, il superamento dei campanilismi e la compiutezza dello status del capoluogo. Risanare l’anomalia è possibile se la politica si mette d’accordo. Come abbiamo avuto modo di dire in altre occasioni, inserire gli spazi per il Consiglio Regionale all’interno della realizzanda Cittadella che sta sorgendo lungo Viale Europa di Catanzaro è la grande opportunità di dimostrare ai calabresi e all’intero Paese che la Calabria sa essere normale.
Fabio Lagonia
Movimento Civico “Catanzaronelcuore”