In qualunque emergenza non sfidare mai il Signore
Fantasticherie del cuore Calabria Catanzaro

In qualunque emergenza non sfidare mai il Signore

domenica 15 marzo, 2020

Questa società deve cominciare a comprendere il valore di Dio. In questo momento storico in cui un virus sta mettendo alla prova il pianeta e in particolar modo l’Italia, bisognerebbe rimboccarsi le maniche, il cuore e la mente. Gli ultimi decreti del governo, sostenuti anche dalle opposizioni, parlano chiaro. Sarà necessario mettere da parte le convinzioni che, grazie alla gloria del passato, si possa in automatico sconfiggere ogni cosa negativa, come ad esempio il CoVid 19.

Il tutto vale per ogni giorno; per qualunque persona o comunità; per ogni azione umana alleata con il progresso spirituale e materiale. Bisogna perciò riprendere fiato; avere la voglia di piegare il nemico malefico; saper indagare nella favola della natura, individuando con la ricerca scientifica, come si sta già facendo, ogni riferimento al virus e circoscrivere ciò che necessita per poi agire.

È essenziale cominciare a sperare con la forza di un cristiano che non menta più a sé stesso. Non occorre arrendersi né tantomeno rassegnarsi, come gli abitanti di Betùlia ceduti al discorso fatto al popolo, nel mettere la città in mano ai loro nemici, se nel frattempo il Signore non fosse arrivato in loro aiuto. Si sono così seduti.

Non avrebbero mosso un dito se il Signore non fosse venuto. Una preghiera e una attesa prive di spina dorsale; monche di ogni vera forza spirituale personale e sociale; responsabili fino al punto di mettere in mezzo un Dio rinunciatario del bene comune e refrattario nel non salvare la città dalle sue epidemie mentali, fisiche, interiori. Questo nel Paese a cui si appartiene e in altri luoghi non dovrà mai avvenire.

Si faccia una comunità unita, cristiana nei valori, dirompente nella forza di muoversi assieme. Ognuno per il suo ruolo di competenza. Non si rimandi tutto al Signore e non lo si accusi di stare a guardare, perché non è così! È l’uomo che ha il vizio dai tempi di Giuditta, donna timorata di Dio, vedova del ricco Manàsse, di gettare sulle spalle del Signore i disastri compiuti nel tempo senza mai accorgersi e spesso bleffando. Si legga a questo punto un breve e profondo messaggio teologico che apre di seguito a Giuditta:

“Le vie di Dio sono un mistero gelosamente custodito nel cuore del Padre e nessuno mai potrà entrare in esso per rapirne i segreti”. È decisamente necessario, dopo queste parole redimenti, inoltrarsi per le strade illuminate dal Vecchio Testamento e capire cosa disse la stessa Giuditta ai capi della città di Betùlia sfidanti del loro Dio:

“Ascoltatemi bene, voi capi dei cittadini di Betùlia. Non è stato affatto conveniente il discorso che oggi avete tenuto al popolo, aggiungendo il giuramento che avete pronunziato e interposto tra voi e Dio, di mettere la città in mano ai nostri nemici, se nel frattempo il Signore non vi avrà mandato aiuto. Chi siete voi dunque che avete tentato Dio in questo giorno e vi siete posti al di sopra di lui, mentre non siete che uomini? Certo, voi volete mettere alla prova il Signore onnipotente, ma non ci capirete niente, né ora né mai. Se non siete capaci di scrutare il profondo del cuore dell’uomo, né di afferrare i pensieri della sua mente, come potrete scrutare il Signore, che ha fatto tutte queste cose, e conoscere i suoi pensieri e comprendere i suoi disegni?” (Gdt 8,11-14).

La nota teologica che oggi riceve l’attenzione dei lettori insiste nel manifestare diversi segnali biblici, pronti a togliere la ruggine dal cuore e dalla mente come recita l’apertura di questo volume. Lo si fa per rafforzare il disegno di un uomo nuovo capace di riconoscere i propri errori e dimenticanze; di attivarsi per il ripristino di un progetto comunitario di rilancio spirituale e sociale; di annullare qualunque ordinanza a firma della mano del maligno per natura avverso alla felicità degli uomini.

Così scriveva in proposito San Paolo (1 Corinzi cap. 2, 14-16): “Ma l’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non è capace di intenderle, perché di esse si può giudicare per mezzo dello Spirito. L’uomo mosso dallo Spirito, invece, giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno. Infatti chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo consigliare? Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo”.

Se in questo tempo della storia dell’umanità ci fosse permanente il pensiero di Cristo, potremmo affermare la presenza quotidiana dello Spirito Santo che scruta, vigila e ispira nell’uomo la giusta reazione a volte incomprensibile per gli abitanti terreni. Sapiente e illuminante lo scritto seguente del teologo. Quest’ultimo ben si presta a rimarcare le vie misteriose che salvano la società da un qualsiasi disequilibrio della natura. Un aiuto costante, persino nel rifiuto altrui, fino a quando rimanga un barlume di speranza a interrompere l’ingiustizia.

“Parliamo di vie misteriose perché l’Apostolo Paolo si trova già in Grecia. Per raggiungere Roma sarebbe stato sufficiente prendere una nave diretta verso l’Italia e avrebbe agevolmente compiuto il viaggio. Perché lo Spirito Santo vuole che prima passi per Gerusalemme? Solo per portare la colletta alla Chiesa povera di quella città? Non è certo il motivo. Il Signore vuole offrire un’ultima grazia di salvezza, prima che la Citta santa venga distrutta e il popolo deportato. Manda il suo Apostolo, manda colui che prima perseguitava questa Via, lo manda perché tutti ascoltino dalla sua bocca che il Signore in Cristo Gesù ha adempiuto tutte le sue promesse. Nulla deve più adempiere”.

Cosa imparare da tutto questo? Nell’emergenza personale e collettiva mai sfidare e sbugiardare il Signore. Lui tutto può perché precede ogni cosa. Se non interviene mancano l’uomo, le sue preghiere, la sua misericordia, la speranza, la carità del corpo e dello Spirito. Il Signore ha bisogno solo di una piccola fessura in un mondo ingabbiato da un Dio fai da te.

È da lì che Lui potrà passare e riversare la sua luce, la sua grazia, l’eterna verità. Se poi l’uomo insiste a voler il sole senza cercare e pregare il suo Creatore; se “il cuore diviene duro come il bronzo o come pietra” chiude il teologo “allora il Signore ritira i suoi missionari e li manda altrove perché anche lì predichino la buona novella della salvezza”.

Saette nel cielo cosi chiare che l’uomo non può negare o far finta di non vedere e sentire.

Egidio Chiarella

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