Psicodramma dei 5 Stelle. C'è area di scissione e Civati vuole i dissidenti
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ROMA, 27 FEBBRAIO 2014 - Tra una base che insorge e contesta i metodi di Grillo ed i parlamentari pentastellati sempre più preoccupati per le ripercussioni di questa vicenda, il Movimento Cinque Stelle entra nel caos più totale.
La ratifica di espulsione per i quattro senatori dissidenti, Orellana, Campanella, Battista e Bocchino voluta da Grillo, ha generato non poche perplessità all’interno del gruppo parlamentare pentastellato.
Ora i guai per Grillo sono molto seri. Chi ha avuto modo di vedere la reazione dei grillini all’espulsione dei senatori ha raccontato di un movimento ormai lacerato e completamente diviso. Un’assemblea, quella dei 5 Stelle, che si è svolta tra lacrime e accuse biunivoche tra chi non vuole più che metodi come questi vengano apllicati senza reale contestazione da parte della base e chi invece addita i senatori dissidenti come reietti da allontanare, perché mine vaganti sul fronte della credibilità.
La senatrice Serenella Fucksia, una di quelle che non vuole tacere davanti a questi metodi dittatoriali, si innervosisce e sbotta contro il concittadino di Grillo nonché senatore grillino e presidente a Palazzo Madama dei 5 Stelle, Nicola Morra: «Chi stai accusando? –dice la Fucksia- Chi? Voglio soggetto, predicato e verbo!». «Siamo all’assedio di Stalingrado, anzi di Leningrado. Questa è una guerra, una guerra vera. Lo sa che ci furono atti di cannibalismo? E ci fu una direttiva per punirli?».
«In assemblea piangevano tutti», racconta la Fucksia, persino Paola Taverna. Pianti, urla ed accuse reciproche a dimostrazione che la tensione è tangibile. Niente streaming questa volta e forse è stato meglio così, dati i termini ed i modi con cui l’incontro dei parlamentari è andato avanti.
La democrazia diretta, per quanto diretta sia, sembra aver perso il termine primo, la democrazia per l’appunto, tramutata in una caricaturale forma di dittatura del comico genovese. Molti sono i parlamentari pronti a lasciare il gruppo dei 5 Stelle, tra i venti ed i trenta deputati sarebbero già sull’uscio della porta.
Qualcuno poi ha pensato anche alle dimissioni. E’ il caso della grillina Alessandra Bencini che si dice nauseata da tali comportamenti: «Ho passato una notte tremenda con mio marito e ho deciso. Ora basta, sono disgustata da tutta questa violenza, dalle minacce sulla Rete. Mi dimetto, torno in sala operatoria. Grillo lo andrò a vedere a teatro. Lì è davvero bravo. Renzi lo chiamano il bomba ma anche lui non scherza».
Così mentre già al Senato è tutto pronto per la formazione di un nuovo gruppo, i dissidenti prolificano e Grillo si troverà tra poco con una base spaccata ed un Movimento che potrebbe iniziare a sollevare qualche dubbio sulla sua leadership. Le elezioni europee saranno un vero banco di prova, mentre già nei sondaggi Grillo perde consensi, si profila un disastroso scenario.
Alla Camera i problemi non sono di minore entità. Il deputato Alessando Tacconi è pronto a lasciare il gruppo grillino e conferma: «con me ci sono altri 5 deputati- riferendosi a altri deputati come Tommaso Currò, Walter Rizzetto e Mimmo Pisano - Con questo voto si è dimostrato che non è possibile andare contro il parere di Casaleggio e Grillo. Il sistema di voto è in mano alla Casaleggio Associati e ci dobbiamo fidare. Se fosse affidato a terzi sarebbe più trasparente»
Queste dure esternazioni contro Grillo e Casaleggio e le possibili dimissioni dal gruppo di circa 20 senatori e 10 deputati potrebbero concorrere alla creazione di un nuovo asse politico. Il democratico scontento Pippo Civati in una intervista al Fatto Quotidiano ha rilanciato l’ipotesi di una nuova alleanza politica.
«Ci sono i numeri per avanzare la richiesta di un governo di centrosinistra – afferma Civati-, ma il Pd sceglie di fare un esecutivo di centrodestra. Troveremo il modo opportuno per organizzarci. Dobbiamo solo trovare il modo che questa risorsa politica, questo serbatoio sia linfa vitale per la sinistra e interlocutore prezioso per il Partito democratico. Magari si può pensare a una rete, a una colleganza diversa. Quel che non si deve fare è tacere questa grande opportunità».[MORE]
Sergio Sulmicelli
foto da repubblica.it