Protesta Greenpeace in mare con gli striscioni: no a Rospo Mare
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VASTO, 31 LUGLIO 2014 – Blitz all’alba della nave simbolo di Greenpeace, la Rainbow Warrior, che si è avvicinata alla piattaforma petrolifera vastese, Rospo Mare B, di Edison e Eni, per denunciare l’estrazione di petrolio. A bordo della nave e dei gommoni gli attivisti hanno fatto sentire le loro voci tramite striscioni con un light banner di 3600 luci e led.
‹‹No trivelle››, ‹‹Non è un Paese per fossili››: questi i due striscioni posizionati sulle barche Greenpeace a favore dell’abbandono delle trivellazioni offshore per un mare e un ambiente più pulito. ‹‹Per estrarre poche gocce di petrolio – l’equivalente di pochi mesi di consumi – si rischia di compromettere in modo irreversibile l’ambiente, mettendo in ginocchio settori fondamentali dell’economia locale, come turismo e pesca sostenibile›› spiega Luca Iacoboni, responsabile della Campagna clima e energia di Greenpeace ‹‹bisogna puntare su efficienza e rinnovabili, abbandonando petrolio e carbone››.
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Il blitz di quest’oggi è solo la punta dell’iceberg di una battaglia che Greenpeace sta combattendo nelle zone del mediterraneo e dell’Adriatico. In particolare, gli attivisti ambientalisti, si sono rivolti all’Italia e all’Europa con una petizione, la Dichiarazione di indipendenza dalle fonti fossili, rivolta a tutti i cittadini per sostenere e applicare le energie rinnovabili, salvaguardando i nostri mari. Ad oggi sono state raccolte più di 52mila firme.
Erica Benedettelli
[immagine da ilcentro.it]