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READING (UK), 06 MAGGIO 2013 - La notizia rallegrerà gli amanti delle bollicine, poiché direttamente dal regno di Elisabetta II, e specificamente dall’Università di Reading, sita nell’omonima cittadina nella contea del Berkshir, un team di ricercatori ha scoperto una stretta correlazione tra i benefici rilevati dai vini prodotti dall’uva nera, la demenza e deficit cognitivo.
Pubblicata sulla rivista Antioxidants & Redox Signaling, la news è stata oggetto dello studio di Giulia Corona, Jeremy Spencer, David Vauzour, Justine Hercelin e Claire M. Williams. Nello specifico l’equipe diretta dal professor Spencer ha analizzato il suddetto nettare dionisio.[MORE]
Particolare rilievo al Pinot Nero e Pinot Meunier, spumante e champagne, prodotti con uve a bacca nera, coadiuvanti nel contrastare l’Alzheimer e potenziare la memoria spaziale. A tessere le lodi sugli effetti benevoli sarebbe una sostanza antiossidante chiamata acido fenolico.
La sperimentazione dai risultati ottimali è stata effettuata su topi da laboratori, infatti come afferma lo stesso Spencer: «i risultati sono stati strabilianti. Dopo che i topi hanno consumato champagne regolarmente, c’è stato un incremento del 200 % delle proteine correlate alla memoria. Questo è successo ai topi dopo sei settimane. Pensiamo che per l’uomo ci vogliano tre anni».
A breve comincerà l’indagine sull’uomo, e il docente chiarisce: «La demenza probabilmente inizia intorno ai quarant'anni, prosegue verso gli ottant'anni. Si tratta di un declino graduale, per cui più precocemente si assumono questi composti contenuti nello Champagne, meglio è».
Infine come giusto che sia, consiglia di non superare i tre bicchieri di spuamnte o champagne alla settimana, onde evitare spiacevoli inconventi.
(foto: it.123rf.com)
Rosalba Capasso