#ProMiGrè2013, gli immigrati ed il sovraffollamento nelle carceri
Cultura e Spettacolo Emilia Romagna

#ProMiGrè2013, gli immigrati ed il sovraffollamento nelle carceri

venerdì 12 aprile, 2013

BOLOGNA, 12 APRILE 2013 – L'auditorium Enzo Biagi di Salaborsa, stamane ha ospitato l'evento ProMiGrè, toccando la delicata questione dell'immigrazione in Italia ed incentrando l'argomento sul sovraffollamento di stranieri nelle carceri italiane.[MORE]


Protagonisti del dibattito in sala erano: Desi Bruno (garante regionale dei detenuti), Patrizio Gonnella (Presidente Antigone), Luigi Maria Solivetti (professore di Sociologia, Università La Sapienza di Roma), Dario Melossi (professore di Criminologia, Università di Bologna), Elen Schlein (Progrè) e modera Andrea Billau (Radio Radicale). Vengono toccate corde delicate e parole che talvolta suonano troppo pesanti, difatti secondo Desi Bruno “Le regole per l'ingresso dei migranti nel nostro Paese producono, da sole, fenomeni criminogeni. Ci sono persone che vivono in Italia con l'intento di cercare lavoro sperando di regolarizzare quanto prima la loro posizione. La situazione di irregolarità può durare da mesi ad anni e quindi un individuo si trova nel nostro paese in una condizione di irregolarità nell'attesa del permesso di soggiorno. In questa situazione non puoi comportarti da persona normale, non puoi chiedere di fare un certo lavoro, ma ti sono aperte solamente determinate strade quale quelle del lavoro nero, della prostituzione, dello smercio di sostanze stupefacenti. Tipi di lavori che fanno parte della marginalità sociale e che sono occupati complessivamente dagli stranieri. Gli immigrati – continua Desi – sono più facilmente esposti al controllo delle forze dell'Ordine rispetto agli italiani, questo perché vi è una presenza maggiore dei primi nel mercato illegale.”

Ma ciò, secondo Desi Bruno, è giustificabile dal fatto che “gli immigrati sono costretti a vivere in uno status di malasanità e questo fa sì che, chiaramente, per potersi sostentare, cadano nel mercato dell'illegalità.E' proprio questa situazione tendente molto spesso a fenomeni criminogeni, che crea un dislivello di non poca rilevanza tra le presenze italiane e quelle straniere registrate nelle carceri. Queste ultime stando ai dati che Elen Schlein ci mostra, occupano circa il 50%: “A Modena su 307 presenze, 200 sono stranieri. A Ravenna su 117 presenze, 79 sono stranieri. A Bologna su circa 800 presenze, 553 sono stranieri.” Ma secondo Desi Bruno, talvolta le carceri sono occupate da stranieri che “con i crimini non hanno nulla a che fare”, ma gente semplicemente “affetta da hiv o immigrati tossicodipendenti. Persone delle quali il carcere non deve occuparsene, bensì è compito delle associazioni di volontariato.”

Ma quanto più le acque si smuovono, tanto più si va a fondo. “Gli immigrati costretti in carcere hanno meno diritti e sono meno tutelati rispetto agli italiani, i quali possono anche permettersi di avere l'avvocato di fiducia! Talvolta, anzi, il processo fatto ad uno straniero non avviene in situazioni che agevolano il colpevole poiché manca la figura degli interlocutori. Chiediamo legalità nelle carceri.” Ricollegandosi a ciò, infine, Dario Melossi tiene a precisare che “stiamo raccogliendo le firme per tre proposte di legge, tra cui l'abolizione della legge Fini-Giovanardi.E l'auditorium è stato un insieme di consensi fino a che il tasto disoccupazione non è stato toccato "gli immigrati devono essere tutelati da questa valanga di disoccupazione che li vede protagonisti". Cala il silenzio..sarà che la disoccupazione è ormai il cancro della società odierna anche italiana? La Repubblica riporta un titolo in prima pagina "il dramma del lavoro in Italia i disoccupati a quota sei milioni." Un silenzio, quello in sala, dalle mille preoccupazioni....anche proprie!

(immagine da www.arci.it)

Rossella Assanti


Autore
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