Proiettili e minacce a politici e quotidiani: «Vi faremo maledire queste misure col sangue»
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LAMEZIA TERME, 16 DICEMBRE 2011 – A soli quattro giorni dalle due buste contenenti proiettili indirizzate al ministro della Giustizia Paola Severino e al sindaco di Roma Gianni Alemanno, nella serata di ieri, al Centro meccanografico di Poste Italiane di Lamezia Terme sono state intercettate dieci nuove buste con proiettili di diverso calibro. [MORE]
Tra i destinatari delle missive il presidente del Consiglio Mario Monti, l'ex premier Silvio Berlusconi, il leader del Pd Pier Luigi Bersani, il ministro del Lavoro Elsa Fornero, il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, e i direttori dei quotidiani nazionali Ferruccio De Bortoli (Corriere della Sera), Ezio Mauro (La Repubblica), Maurizio Belpietro (Libero), Leonardo Boriano (La Padania), Mario Sechi (Il Tempo).
All'interno di ciascun plico un proiettile e un volantino di minacce e critiche alla manovra firmato “Movimento Armato proletario”. Un testo semplice, scritto al computer, ma certo molto e eloquente: «Ve la faremo pagare a tutti. Vi colpiremo e sarà una guerra all'ultimo sangue. Vi faremo maledire queste misure col sangue. Non dovrete più dormire - si legge ancora - sonni tranquilli. Il piombo non manca e adesso arriva anche il tritolo dagli amici arab». Il testo prosegue con altre minacce: «La finanziaria è pronta come è pronto il loro funerale. Ci vedremo a Roma. Non siamo contro le forze dell'ordine però se c'è qualcuno che vuole fare l'eroe pensi prima alla sua famiglia. È una lotta giusta e coerente contro i poteri forti a difesa della povera gente. Le misure prese per colpire sempre i più deboli non devono esser approvare se no con modifiche radicali a difendere quel poco che le fasce deboli hanno. Ma vi rendete conto che colpite gli operai con le loro famiglie che sono già sul lastrico».
Il mondo politico manifesta solidarietà per l’accaduto. «Non credo si possa parlare di un'ondata di terrorismo - dice il presidente del Copasir, Massimo D'Alema - Si tratta di episodi preoccupanti riconducibili all'area anarco-insurrezionalista. Ma non spargiamo allarmismi. Non c'è un'ondata di terrorismo». Dura la condanna dell'Idv, il cui portavoce Leoluca Orlando afferma in una nota: «Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai destinatari delle lettere di minaccia. Si tratta di un episodio gravissimo che tenta di avvelenare il clima politico e sociale già teso. Confidiamo - aggiunge - nell'operato della magistratura e ci auguriamo che faccia al più presto luce su queste intollerabili minacce perseguendo i responsabili e assicurandoli alla giustizia». Domenico Scilipoti, pur condannando fermamente violenza e terrorismo, sottolinea come il gesto del Movimento Armato Proletario sia un palese segnale dello scontento della popolazione per le tasse e gli aumenti voluti da questo Governo, «Il popolo sa tutto - dice il segretario dei Responsabili - capisce tutto ed è stanco di parole dette a caso come equità, rigore, crescita, pareggio di bilancio».
Rocco Buttiglione commentando l’accaduto manifesta ottimismo: «L’Italia non si farà intimorire e troverà le forze per uscire da questa crisi rinnovando le energie migliori della nazione, senza cedere ai ricatti e alla violenza»; ma c’è anche chi non si lascia sfuggire l’occasione per ironizzare, così Bossi sui proiettili inviati a Monti: «Glieli avrà mandati il Presidente della Repubblica».
La Procura della repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme ha aperto un'inchiesta per minacce aggravate dalla finalità terroristica trasferita alla Dda di Catanzaro, per le competenze della Direzione distrettuale antimafia in materia di reati legati ad atti di terrorismo. Le dichiarazioni a freddo del procuratore distrettuale antimafia della Repubblica di Catanzaro Antonio Vincenzo Lombardo sono state: «Prima di tutto bisogna capire se il centro di smistamento di Lamezia Terme smista la posta solo calabrese, oppure anche quella di provenienza da altre regioni. Datemi il tempo di valutare bene questa vicenda, di cui ancora per la verità non ho ricevuto nemmeno gli atti, vaglieremo la situazione e cercheremo di capire se è un fatto dimostrativo oppure se sotto c'è una pericolosità per gli obiettivi delle missive».
Sara Marci