IOR: Progetto europeo impact of relationship, costruiamo insieme una rete migliore
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TORINO 05 MARZO 2014- I tempi cambiano e gli adolescenti crescono nell’ era digitale, sviluppando più competenze informatiche di quante ne avessimo noi da adolescenti.
Il nuovo millennio è fatto di social network, ci sono social network per cercare lavoro, per avere consigli su come gestire un orto o su interessi di moda, viaggi e tanti altri. Proprio in questa realtà si calano i social più utilizzati come facebook, twitter, youtube, ask.fm.
L’allarme arriva da tutto il mondo, a causa dell’uso inappropriato che alcuni fanno di questi mezzi di comunicazione online.
La preoccupazione nasce, a causa di problemi come cyber-bullismo, pedofilia e furto d’identità.
Un tempo si veniva presi in giro a scuola, è capitato più o meno a tutti, c’è sempre stato in ogni classe il ragazzo/a più forte, predominante detto il “bullo” e quello più debole e ingenuo visto come lo “sfigato”.[MORE]
Nonostante fosse difficile relazionarsi, con un po’ di fatica, molta pazienza e qualche pianto alla fine si riusciva a superare il periodo difficile, forse anche perché le prese in giro rimanevano sempre all’ interno di una cerchia ristretta.
Oggi è diverso, i ragazzi sono tutti dotati di cellulare già a 10 anni, utilizzano e scaricano applicazioni nei loro telefonini che i genitori non sanno molto spesso nemmeno esistano, si scambiano foto, chattano, girano video e li postano in internet.
Adesso se si viene presi in giro si finisce in rete e non ti vedono solo i tuoi amici, ma gli amici degli amici o chiunque; diventi un bersaglio facile e questo purtroppo crea reazioni diverse, c’è chi riesce a trovare il coraggio di parlarne con i propri cari cercando di affrontare il problema e chi si rifugia in se stesso, portandolo all'isolamento, distruggendo la volontà di aggregazione della «vittima», fino ai casi più gravi che arrivano a veri e propri disturbi psicologici che a volte purtroppo sfociano in gesti più estremi dopo i quali non si può più intervenire in aiuto.
Se non sei vestito alla moda sei out, se sei straniero sei out, se gli altri ritengono che studi troppo sei out, se passi più tempo con le ragazze sei out, se non pratichi sport sei out, se non disponi delle ultime tecnologie sei out, se non sei magrissima sei out e se non sei su Facebook sei out e quindi c’è chi addirittura ti crea un falso profilo postando materiale offensivo su di te.
Facebook, il social network più usato al mondo, sarebbe un ottimo mezzo di comunicazione se fosse usato con lo scopo che aveva all’inizio, ritrovare amici che si sono trasferiti o poter sentire quelli che vivono lontani, invece tutti condividono tutto e tra gli adolescenti il materiale postato in molti casi è fuori controllo.
Anche attraverso Twitter nonostante i pochi caratteri, solo 140, riesce ad innescarsi il cyber-bullismo, con frasi offensive o link a video.
Se si entra su youtube oltre alle canzoni, si trovano video di tutti i generi da quelli d’amore, fatti per la persona amata con foto e frasi dolci, a quelli su hobby, dalla cultura alla musica fino ad arrivare a video in cui viene preso di mira il debole del gruppo e di recente anche ai video pre-diciottesimo, nuova mania fra gli adolescenti.
L’ultimo che si è inserito nel panorama è ask.fm
Il primo ministro Cameron ha evocato un boicottaggio: «Se inciti qualcuno a farsi del male, stai violando la legge, che tu sia online o offline. Se c’è una cosa che possiamo fare come genitori e come utenti è non usare siti come quello. Ignorateli, non ci andate». I proprietari di Ask, nel ciclone da mesi, si barricano dietro un comunicato: «Tutte le segnalazioni sono lette da un team di moderatori. Rimuoviamo sempre i contenuti che violano i termini del servizio». In realtà, dopo il crescendo di cyber-violenza, anche nel palazzone di Riga iniziano a serpeggiare i timori. Da poco sul sito è arrivato un «panic button», un pulsante che consente di segnalare gli abusi. Troppo tardi? Raccontano dall’ associazione «Save The Children» che il cyber-bullismo, in Italia, è una minaccia per 7 adolescenti su 10. Insulti, foto sconvenienti, domande imbarazzati. Sfregi virtuali che provocano ferite dolorosissime. Al di là dei profili penali, dice il procuratore Ugo Pastore, «per noi l’aspetto più importante è capire se alle spalle dei ragazzi ci sono famiglie idonee oppure se ci sono carenze, latitanze educative. Insomma bisognerà capire come si è arrivati a questo punto».
In questa realtà si cala il progetto impact of il progetto europeo impact of relationship JUST/2011-2012/DAP/AG/3255, finanziato dalla Comunità Europea tramite il Programma Daphne, gestito dall'Associazione AGreenment e da altri 27 partner Europei.
Il progetto ha lo scopo di insegnare ai giovani tra i 10 e i 17 anni l’importanza di un uso corretto dei social network, al fine di sfruttare le potenzialità della rete senza incorrere nei possibili rischi sopra menzionati.
Invito con il presente articolo la possibilità di sostenere e divulgare questo progetto, attraverso i Vostri canali dove è necessario il diffondersi del senso di responsabilità.
La comunicazione online dei ragazzi attraverso i social network spesso si ripercuote sia nella vita reale che in quella virtuale. Il cyberbullismo è la piaga sociale delle nuove generazioni, che si manifesta creando disagio, intimidendo o escludendo dal gruppo attraverso “i pettegolezzi” in rete, fatti di: frasi, immagini o video imbarazzanti.
Grazie a Impact of relationship per la prima volta si promuove una campagna di comunicazione di sensibilizzazione che coinvolge contemporaneamente tutti i paesi dell’Unione Europea. Per raggiungere lo scopo ogni paese ha creato una pagina su facebook, twitter e altri social network attraverso le quali raggiungere il target del progetto e, usando il loro linguaggio, far passare informazioni utili e attivare un dibattito sull’ argomento.
Il materiale postato e gli eventuali commenti alle pagine create sono supervisionati da personale esperto del settore educativo e della psicologia dell’infanzia e della adolescenza.
Per attuare la campagna informativa di IOR in Italia è stato creato un profilo specifico sui seguenti social:
Facebook, twitter, google+, youtube, audioboo, netlog, vimeo, hi5, ask.fm
Di seguito alcuni link per l'accesso ai video
http://www.youtube.com/watch?v=3t1YP6ANSb0
http://www.youtube.com/watch?v=o3P63dHRbhY
http://www.youtube.com/watch?v=lZ9QCrvQ4jc
A proposito di IOR
Intervista a IOR durante il programma l'Altra Europa di radio24
http://www.radio24.ilsole24ore.com/programma/altra-europa/2014-02-01/cooperazione-euromediterranea- 123449.php?idpuntata=gSLAivmrb&date=2014-02-01
Al seguente link: intervista a IOR radio fattore.famiglia
http://www.fattorefamiglia.com/2014/02/impact-of-relationship/
Il progetto Europeo IOR identifica la Giornata Mondiale della Protezione dei Dati come un’opportunità per evidenziare I bisogni delle Giovani Generazioni.
La Giornata Internazionale della Protezione dei dati, fin dalla sua prima edizione vede il 28 Gennaio come giornata dedicata alla consapevolezza e all’educazione della popolazione sull’importanza della protezione della privacy e dei dati personali quando si naviga o si fanno acquisti in rete.
Ogni giorno aumenta il numero dei giovani che in ogni paese d’Europa utilizza il web per ricercare informazioni, acquistare App o semplicemente utilizzare I social network. Alle volte i ragazzi svolgono queste attività sotto la supervisione di un adulto, o con l’approvazione di genitori e insegnanti, altre volte no. In entrambi i casi, rispetto ai temi della protezione dei dati personali, i giovani rappresentano il gruppo popolazione più vulnerabile fra tutti i cittadini europei e richiedono livelli di protezione specifici e informazioni loro dedicate sull’uso scorretto dei dati personali, sulla possibilità che indiscrezioni giovanili vengano intrappolate in tracce informatiche o che i loro diritti vengano ignorati.
E' doveroso sottolineare quanto sia importante che la comunità europea, le autorità pubbliche e i cittadini adulti, in primis insegnanti o genitori, considerino come altamente prioritario per le giovani generazioni il tema della cittadinanza digitale e della sicurezza in rete.
Durante la Giornata europea della protezione dei dati 2014, il progetto IOR, in collaborazione con tutte le organizzazione coinvolte, vuole mandare un messaggio chiaro rispetto all’importanza del destinare tempo e risorse allo sforzo di guidare i giovani verso l’essere più consapevoli e vigili rispetto alle tracce informatiche che ognuno può lasciare nel web.
Il progetto IOR, finanziato dalla Comunità Europea tramite il programma comunitario Daphne, coinvolge 27 organizzazioni europee e promuove nell’intera Europa l’utilizzo corretto e sicuro dei social network nei giovani di 10-17 anni.
Il sito
http://www.ior-project.eu
Gian Luca Cossari