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22 OTTOBRE 2014 – Si varca la soglia di una libreria, di una biblioteca, ma anche semplicemente di un’edicola, e subito si è investiti da una zaffata di profumo di carta.
Per un appassionato lettore quest’odore è addirittura più gradevole di un buon sospirato caffè.
La carta ha una sua fragranza, un profumo unico e speciale che risveglia i sensi e fa pregustare preziose letture.
La carta, in effetti, ha realmente un profumo tutto suo fatto di miscele accurate di inchiostri ma anche di combinazioni vegetali di erbe ed alti fusti che, poi, pian piano, ad essa han dato origine. Misteriosa lavorazione il cui risultato, seppure semplice in apparenza, rivela in fondo in fondo scoperte interessanti.
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Profumo di libri. È questo l’odore che ci investe quando entriamo in un salotto letterario, in un ambiente ricco di volumi di sapere.
Ci si muove così alla ricerca di note e di colori che catturano l’attenzione fino ad imbattersi poi in una combinazione di alchimia che arriva a segno. Si sceglie spesso in questo modo un libro tutto nuovo da scoprire. C’è una sintonia particolare che si crea senza premesse.
Una bella copertina, il giusto colore, il formato preferito, il tipo di carta e subito si sfogliano le pagine. Una lettura veloce all’aletta. La valutazione del linguaggio, l’accenno al contenuto e il gioco è fatto.
Amore o odio, interesse o indifferenza. Contatto o distanza. L’autore e il lettore si incontrano a tu per tu e tutto diviene l’inizio o la fine di ogni cosa.
Simona Barberio