Processo Stato-mafia: "La lettera di Napolitano non sostituisce testimonianza"
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PALERMO, 28 NOVEMBRE 2013 - “La lettera del capo dello Stato non può essere intesa come sostitutiva della testimonianza del teste. La lettera infatti non esaurisce l’argomento da chiarire così come dacapitolato di prova”: questo quanto dichiara il procuratore aggiunto Vittorio Teresi opponendosi così all’acquisizione della missiva, che il capo dello Stato ha fatto pervenire alla Corte d'Assise di Palermo, al fascicolo del dibattimento del processo per la trattativa Stato-mafia e confermando dunque la richiesta di ascoltare il presidente della Repubblica come teste.
La mancata acquisizione della lettera comporta che la Corte non si pronuncerà sull'eventuale rivalutazione della decisione di citare il capo dello Stato che, nella missiva di Napolitano, era stata sollecitata.
Sulla stessa posizione della Procura Alfredo Montalto, presidente del collegio: “Non ci sono norme che consentono di surrogare la testimonianza con scritti provenienti dallo stesso testimone. Si tratta di un atto fuori dalla regola che non ci consente di rinunciare alla testimonianza del capo dello Stato. La lettera non è esaustiva e non puà essere ritenuta sostitutiva della testimonianza”.[MORE]
La Corte potra’ comunque, se ne ricorreranno i presupposti, revocare la testimonianza del capo dello Stato in base ad elementi che dovessero eventualmente emergere nel corso del processo. La prossima sarà udienza il 5 dicembre per ascoltare il pentito Leonardo Messina.
Michela Franzone