Processo Minotauro: la 'ndrangheta insediata in Piemonte ha partecipato al sequestro Casella (1988)
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TORINO, 09 GENNAIO 2013 - Prosegue il Processo Minotauro, durante il quale si sta facendo luce sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Piemonte. Quest'oggi ha parlato il pentito Rocco Marando, apparso in aula tramite audioconferenza da una località segreta.
L'uomo ha accettato di collaborare con la giustizia schierandosi contro i suoi familiari. In tribunale si è parlato del sequestro di Cesare Casella, rapito nel 1988 a Pavia e liberato dopo due anni. Marando ha specificato: «Partecipammo anche noi, perché quando c'é un sequestro vengono coinvolte tutte le famiglie».
Il pentito ha poi approfondito la questione: «Vennero da noi quattro di San Luca. Noi mettemmo dei mobili vecchi nel loro camion lasciando uno spazio vuoto che doveva servire per nascondere e trasportare Casella».[MORE]
Marando ha raccontato di quel periodo: «Con droga e sequestri si facevano soldi facili. Erano tempi d'oro». L'uomo ha poi aggiunto che il patrimonio del fratello Pasquale (ucciso nel 1999 a seguito dell'assalto di una famiglia rivale, come è accaduto nel corso degli anni ad altri due fratelli Marando ed il padre) si aggirava intorno ai 65 Miliardi di Lire.
Ad informare il pentito del capitale posseduto dal familiare fu un altro fratello, Nicola. Marando ha aggiunto: «A me oggi sembrano addirittura pochi. Quando non erano investiti o consegnati ad altri i soldi si nascondevano in quello che voi chiamate bunker e io chiamo "camera sottoterra". Una volta vennero fatti cementare in tre bidoni 35 Milioni di Dollari».
(In foto, uno dei primi scatti di Cesare Casella dopo la liberazione, da lettera43.it)
Alessia Malachiti