Processo Mediaset, Pdl protesta e ferma per un giorno il Parlamento. Scontri alla Camera [VIDEO]
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Processo Mediaset, Pdl protesta e ferma per un giorno il Parlamento. Scontri alla Camera [VIDEO]

mercoledì 10 luglio, 2013

ROMA, 10 LUGLIO 2013 - Nonostante il presidente del Consiglio, Enrico Letta, si sia dichiarato fermamente convinto della stabilità del suo governo anche in caso di condanna nei confronti di Silvio Berlusconi per il processo Mediaset, all’indomani della discussa decisione della Cassazione di fissare l’udienza, in merito a tale condanna, per il prossimo 30 luglio, oggi, in Parlamento, sono arrivate da parte del Pdl le prime avvisaglie di insofferenza e irritazione che, nei prossimi giorni, potrebbero sfociare in ben più gravi forme di protesta.[MORE]

Il partito di Berlusconi ha difatti richiesto, in maniera compatta, la sospensione della attività parlamentari per ben tre giorni. Istanza che al Senato, nella convocazione della conferenza dei capigruppo, è giunta, con il beneplacito di Pd e Scelta Civica, ad un compromesso: sospensione dei lavori in Parlamento per una giornata.

Tale sospensione è stata successivamente proposta ed accettata anche alla Camera, dove peraltro all’ordine del giorno vi era il decreto legge sull’Iva, ironicamente si potrebbe dire “roba da poco”, con 171 voti di differenza tra il fronte dei favorevoli, anche qui rappresentato da Pdl, Pd e Scelta Civica, ed il fronte del no, ovvero M5S, Sel e Lega.

Ed è proprio da parte dei parlamentari del M5S che sono giunte le critiche più accese. Al Senato, i senatori grillini in segno di evidente protesta si sono svestiti di giacca e cravatta ed il senatore Crimi prendendo la parola ha dichiarato: «Il Parlamento viene espropriato a causa di una persona, dell'eterno assente dal Parlamento. Ci chiediamo che cosa ci sta a fare a palazzo Madama un senatore che non è mai presente».

Ben più infuocate le forme di protesta dei parlamentari grillini a Montecitorio. Alla Camera, difatti, all’approvazione della sospensione dei lavori, i deputati del M5S hanno inveito contro i colleghi del Pd dando loro dei “buffoni, servi e schiavi”. Si è rischiato il contatto fisico tra alcuni deputati delle due opposte fazioni.

Tuttavia proprio all’interno del Pd, in merito alla decisione accondiscendente alla richiesta del Pdl, si registrano malumori e pareri avversi, soprattutto da parte dei renziani: «ci siamo adeguati alla decisione – spiega contrariato Luca Lotti, appartenente all’ala di Renzi – ma una scelta così assurda, contro il nostro popolo, non ci capiscono». È intervenuto in maniera critica anche il segretario del partito, Guglielmo Epifani: «le vicende di oggi rendono ancora una volta esplicito il problema di fondo di questi mesi: la vicenda giudiziaria di Silvio Berlusconi e il rapporto d’azione di governo e di Parlamento. Questo nodo – ha precisato Epifani – deve essere sciolto solo tenendo distinte le due sfere, perché se no, a furia di tirare la corsa si può spezzare, con una scelta di irresponsabilità verso la condizione del Paese e la sua crisi drammatica».

A questo punto resta da capire cosa accadrà nei prossimi giorni, o meglio ancora quali saranno le prossime mosse del Pdl. Quali altre forme di protesta intenderà portare avanti? Oggi, oltre a richiedere la sospensione dei lavori ha deciso di non partecipare al vertice di maggioranza, previsto nel pomeriggio, dove si sarebbe dovuto discutere del dl “del Fare” ed altri importanti provvedimenti economici. D'altronde le intenzioni all’interno del partito del Cavaliere sembrano altalenanti. Difatti, alle parole della senatrice Santanchè, che senza troppi nascondimenti minaccia un’imminente crisi di governo, si antepongono le rassicuranti dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, che ha affermato: «l’anticipo della sentenza della Cassazione non mette a rischio la maggioranza ma la democrazia in questo Paese. Noi – ha precisato il ministro – continuiamo a fare il nostro lavoro e andiamo avanti».

(Immagini da agi.it)

Giovanni Maria Elia


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