Processo lungo, bocciatura dal Csm
Cronaca

Processo lungo, bocciatura dal Csm

mercoledì 7 settembre, 2011

ROMA, 7 SETTEMBRE 2011 - Con 18 voti a favore e 3 contrari, il Consiglio Superiore della Magistratura ha bocciato il cosiddetto Processo Lungo, presentato dalla deputata leghista Carolina Lussana e approvato, dopo diverse modifiche, lo scorso 29 luglio dal Senato. Il provvedimento, secondo i magistrati, non solo va nella «direzione opposta» rispetto a quanto prevede la Costituzione all'articolo 111, ma avrà anche una «portata dirompente sul sistema Giustizia».[MORE]

I problemi individuati dal Csm sono molteplici. Innanzitutto si sottolinea la probabile incostituzionalità del disegno di legge, giudicato contrastante con il principio della “ragionevole durata” del processo stabilita nell'articolo 111 della Costituzione, laddove prevede la possibilità di ascoltare un «numero indefinito di testimoni» ed esclude la possibilità per il giudice di attuare un preventivo «vaglio sulla rilevanza e superfluità delle prove richieste dalle parti», cioè di stabilire in autonomia quali prove siano rilevanti ai fini processuali e quali non lo siano.

Un provvedimento che potrebbe determinare, secondo i magistrati, «effetti paradossali». A questo proposito, la risoluzione del Csm riporta un esempio concreto di cosa potrebbe succedere nel caso si verificasse un omicidio in una discoteca affollata. Secondo le norme attuali, il giudice potrebbe non ammettere come testimoni alcuni giovani, ad esempio quelli che vengono ritenuti meno informati. Se il Processo Lungo venisse approvato in via definitiva dal Parlamento, invece, «la richiesta di sentire un numero indefinito di testimoni dovrebbe essere accolta», con conseguenti allungamenti dei tempi del processo.

Altro problema evidenziato dal Csm è il pericolo che il ddl abbia «dirette ricadute sul cuore dell’attività giudiziaria». I magistrati sottolineano come la nuova legge preveda «l’inedita facoltà per l’imputato di interrogare personalmente i soggetti che lo accusano e non già solo attraverso il proprio difensore, con una potenzialità intimidatoria sul teste”.

Gli effetti del ddl risultano, inoltre, ancora più pericolosi se combinati con le norme che riducono i termini di prescrizione. «Se con il ddl sul cosiddetto processo lungo viene dilatata la durata dei processi – sostiene il Csm - con la riduzione dei termini di prescrizione vengono di fatto negate le condizioni per pervenire a un accertamento dei fatti oggetto delle imputazioni in tempi ragionevoli, con ciò vanificando ogni tentativo di offrire un servizio di giustizia efficiente per i cittadini, nel rispetto del principio di uguaglianza e di legalità».

La risoluzione che boccia il Processo Lungo è stata approvata con il voto favorevole di 18 membri del Csm. Gli unici tre voti contrari sono stati quelli dei laici del PdL, Filiberto Palumbo, Bartolomeo Romano e Niccolò Zanon, i quali hanno motivato la loro contrarietà sostenendo che il Csm non possa censurare un provvedimento ancora in discussione, interferendo con l'attività legislativa del Parlamento. Sebbene approvato dal Senato lo scorso 29 luglio, il ddl non ha ancora ricevuto l'approvazione definitiva da parte della Camera.

Durante la discussione che ha preceduto le votazioni, sono state durissime le parole espresse dal primo presidente della Cassazione, Ernesto Lupo, il quale ha sottolineato come questo provvedimento significhi di fatto «il diritto alla prescrizione dei reati per tutti gli imputati che siano adeguatamente difesi». «Come si può – ha aggiunto - restare in silenzio davanti a questa prospettiva? Quando furono pubblicate le leggi razziali in Italia non ci fu una reazione adeguata. Domani chi esaminerà questo periodo si scandalizzerà di come non si sia reagito adeguatamente su questo provvedimento».

Serena Casu


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