Primarie del centro- sinistra a Genova: Il Conte Rosso, benedetto da Don Gallo stravince
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GENOVA, 13 FEBBRAIO 2012- Oggi in casa Pd è il giorno della resa dei conti e delle recriminazioni dopo la batosta elettorale di ieri quando, a scrutinio terminato delle elezioni primarie del centro- sinistra, a Genova è risultato largamente vincitore il “ Conte Rosso” Marco Doria con il 46% dei voti validamente espressi contro il 27,5% di Marta Vincenzi, Sindaco uscente, ed il 23,6% di Roberta Pinotti, la rampante di Sampierdarena ben vista da un certo mondo dell’associazionismo cattolico. Sia il Segretario regionale del partito Lorenzo Basso, che ha invitato i simpatizzanti del centro- sinistra ora ad essere uniti nell’appoggio incondizionato al vincitore, che quello provinciale Victor Rasetto presenteranno presto le proprie dimissioni. "Mi aspettavo una rispondenza a una candidatura seria che potesse cogliere sentimenti largamente diffusi.
Da domani non cambia la sostanza, dobbiamo andare avanti con serietà perché i cittadini hanno bisogno di un segnale di serenità. La differenza rispetto alle altre candidate, di cui ora mi aspetto l'appoggio come era nei patti, penso sia dovuto al modo diverso di porgersi verso i cittadini che hanno bisogno di una politica diversa”, ha dichiarato Marco Doria in serata, erano da poco passate le dieci e mezza, quando ha avuto la certezza del trionfo. Trionfo, in effetti, è stato: Doria, ultimo discendente in città della nobile famiglia che alla Repubblica di San Giorgio dette il “ mitico” ammiraglio Andrea, oggi docente universitario ha letteralmente travolto gli avversari, specialmente le due prime donne del Partito Democratico e cioè la Vincenzi e la Pinotti che, come i polli di Renzo, sinora si erano beccate tra di loro senza riscaldare i cuori dei molti simpatizzanti della Sinistra a Genova. [MORE]
Vanamente il Sindaco uscente ha cercato di portare alle urne, alle primarie potevano votare pure loro, centinaia di musulmani del Nord- Africa o del Bengladesh nella speranza di sovvertire il risultato dal momento che questi extra- comunitari islamici alla Vincenzi devono soprattutto la decisione di volere nel Capoluogo ligure una grande moschea, nel disagiato quartiere del Lagaccio, che ne accolga le preghiere. Doria, invece, scrupoloso osservatore della storia cittadina la moschea la vorrebbe al Porto antico dove la Superba nei secoli l’ha sempre avuta. La Vincenzi ha pagato duramente quello che i progressisti genovesi hanno avvertito come un esagerato attaccamento al potere, come un narcisistico complesso d’onnipotenza palesemente palesatosi il giorno dell’alluvione quando cinque delle sei vittime, di cui tre albanesi, morirono anche perché “ SuperMarta”,a differenza dei suoi colleghi di centro- destra dell’estremo Ponente ligure, si rifiutò di chiudere le scuole costringendo molte mamme ad andare a prendere i propri figlioletti negli istituti proprio al momento della tragica esondazione del Rio Fereggiano.
“ Sottolineiamo che la Vincenzi è l’unico Sindaco uscente, da Ragusa a Bolzano, a non venire ricandidato ma anzi a subire una netta stroncatura al proprio operato. Nella sua sconfitta di ieri si palesa la netta insufficienza, a giudizio dei genovesi, riservata agli ultimi quattro anni d’amministrazione comunale, i suoi”: si esprimono così i più acuti analisti politici genovesi. Una debacle per il Partito Democratico che oggi nelle grandi città italiane governa solamente a Torino e Bologna, volendo tacere di Firenze in mano all’eretico Matteo Renzi. A Genova se mai ci sarà un Sindaco progressista comanderà Marco Doria, appoggiato dall’estrema sinistra cittadina, dal Sel di Nichi Vendola e molto vicino alla Comunità di San Benedetto al Porto, quella dell’ottuagenario Don Andrea Gallo.
Sergio Bagnoli