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Pressing Regioni e Comuni. Conte 'lockdown è danno'. Boccia, pronte impugnative, Min. Salute, 'focus' su Napoli e Milano
ROMA, 28 OTT - Tensione tra Regioni, enti locali e Governo sulla lotta al Coronavirus. Da una parte l'insofferenza dei sindaci, dall'altra i governatori che masticano amaro per i paletti troppo rigidi messi alle attività economiche dall'ultimo Dpcm: e tutti, sindaci e governatori, manifestano con atti non solo simbolici l'insoddisfazione per le misure prese da Palazzo Chigi e mettono le mani avanti rispetto a ulteriori, più drastici provvedimenti prospettati da più parti. Ma il Governo con il ministro Boccia avverte: saranno impugnati tutti i provvedimenti non in linea con il Dpcm, a cominciare da quelli di Trento e della Sicilia.
Per cercare di ricostruire il rapporto con Regioni ed enti locali il premier Giuseppe Conte ha ribadito alla Camera che la messa a punto del Dpcm è finalizzata "da un lato a preservare la tenuta del sistema sanitario nazionale e dall'altro a scongiurare un lockdown generalizzato che danneggerebbe ancor di più" l'economia del Paese. "Siamo consapevoli che sono misure severe ma sono necessarie a contenere i contagi.
Diversamente la curva epidemiologica è destinata a sfuggirci completamente di mano", ha proseguito Conte, il quale ha ricordato che la bozza del Dpcm è stata condivisa con il Comitato tecnico scientifico - per il quale l'Italia è in uno scenario di tipo 3 - che dopo ampia analisi ha condiviso i provvedimenti previsti. Un altro fronte aperto sono i mini lockdown. Non sono infatti piaciute ai sindaci di Milano e Napoli, Giuseppe Sala e Luigi De Magistris, le parole del consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi che ha parlato di una chiusura necessaria nelle due città.
I due primi cittadini si sono sentiti e hanno scritto una lettera al ministro della Salute, Roberto Speranza "per chiedergli se quella è un'opinione del suo consulente o è un'opinione del ministero e, nel caso fosse un'opinione del ministero, se è basata su dati e informazioni che il ministero ha e noi non abbiamo", ha spiegato Sala, secondo cui il lockdown a Milano "per quello che osservo è una scelta sbagliata".
Dal ministero della Salute la risposta arriva in serata. Verrà predisposto dall'Istituto Superiore di Sanità, si afferma, "un focus specifico sulle città di Milano e Napoli che sarà messo a disposizione delle regioni e dei comuni interessati". E, comunque - è detto nella lettera di risposta ai due sindaci, in cui si rimarca il peggioramento della situazione epidemiologica nel Paese nelle ultime 4 settimane - "tutti i dati elaborati vengono trasmessi puntualmente alle regioni e sono articolati su base regionale e provinciale".
Sul fronte delle Regioni, il presidente della Liguria, Giovanni Toti ha ricordato polemicamente che "il decreto che ha nominato le Regioni enti attuatori del commissario straordinario di Governo anti covid, citato da Ricciardi per criticare i ritardi delle Regioni, è arrivato la prima settimana di ottobre: e poi si dice che le Regioni sono in ritardo". In Friuli il presidente Fedriga è intervenuto ad una manifestazione della Fipe contro il Dpcm contestato. Il governatore della Puglia, Michele Emiliano ha annunciato la chiusura di tutte le scuole, ad eccezione dell'Infanzia. In Sicilia, invece, Nello Musumeci ha proposto un disegno di legge che consentirà di spostare l'orario di chiusura di bar e ristoranti dalle 18 alle 22 o alle 23.
Ultimi ritocchi in Sardegna, poi, al testo dell'ordinanza del governatore Solinas: il provvedimento dovrebbe contenere l'estensione dalle 18 alle 23 della chiusura di bar e ristoranti, la didattica a distanza al 100 per cento per le scuole superiori e poi una riduzione dei collegamenti marittimi e aerei da e per l'Isola. Insomma, una serie di iniziative autonome che hanno provocato l'immediata reazione del ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia il quale ha annunciato impugnative immediate per chi aggira il Dpcm: ovvero la Provincia di Trento - il presidente Maurizio Fugatti ha firmato l'ordinanza provinciale che prevede la chiusura dei bar alle ore 20.00 e i ristoranti alle ore 22.00 - ed eventualmente anche la Sicilia; è in corso di valutazione l'ordinanza della Provincia Autonoma di Bolzano. "Duole constatare la non completa consapevolezza della situazione sanitaria in Italia e duole ancor di più che non siano tenuti in dovuto conto i dati uniformi di rischio", ha lamentato Boccia.