Premier a Lavitola: "Vado via da questo paese di merda"
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NAPOLI, 1 SETTEMBRE 2011 - “Tra qualche mese me ne vado... Vado via da questo Paese di merda, di cui sono nauseato. Punto e basta”. Sono queste le parole con cui si sfoga il premier italiano, Silvio Berlusconi, in una conversazione con Valter Lavitola, direttore dell'Avanti!, attualmente all'estero, intercettata la sera del 13 luglio per l'inchiesta sulla presunta estorsione da parte dei coniugi Tarantini ai suoi danni, ma parlando della vicenda P4.[MORE]
“...anche di questo - dice Berlusconi nella telefonata, riguardo la vicenda P4 - non me ne può importare di meno... perché io ...sono così trasparente..così pulito nelle mie cose..che non c'è nulla che mi possa dare fastidio..capito?..io sono uno..che non fa niente che possa essere assunto come notizia di reato...quindi..io sono assolutamente tranquillo...a me possono dire che scopo..è l'unica cosa che possono dire di me...è chiaro?..quindi io..mi mettono le spie dove vogliono..mi controllano le telefonate..
Non me ne fotte niente...io..tra qualche mese me ne vado per i cazzi miei...da un'altra parte...”
La conversazione, secondo il gip di Napoli Amelia Primavera, sarebbe rilevante ai fini delle indagini in quanto attesta la “speciale vicinanza” fra Berlusconi e Lavitola e la “natura dei rapporti” tra i due “rivelandosi Lavitola impegnato sostanzialmente quale attivo e riservato 'informatore' su vicende giudiziarie che, benché riguardanti terzi, appaiono di specifico e rilevante interesse dello stesso Berlusconi”.
“Al di là del merito delle considerazioni che provengono dal Lavitola – scrive il gip a proposito del testo dell'intera conversazione - è soprattutto di procedimenti giudiziari che egli discorre, riferendosi in particolare a quello condotto qui a Napoli sulla cosiddetta 'P4' nonché ad altri potenziali procedimenti riguardanti fatti accaduti a Bari e di cui il Lavitola sembra avere notizie”.
Secondo il capo di imputazione, Lavitola avrebbe tenuto i contatti con Berlusconi e smistato il denaro ricevuto dal premier, consegnandolo in parte ai Tarantini, arrestati questa mattina.
“Appaiono incontrovertibili e univoche – si legge nell'ordinanza del gip - le lunghe conversazioni telefoniche intercettate tra Lavitola e Tarantini dalle quali si evince chiaramente come in particolare Lavitola si prefigga di tenere sulla corda il presidente Berlusconi”.
Marta Lamalfa