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ROMA, 5 DICEMBRE 2011 – «Con le nuove misure di Monti sui vitalizi i parlamentari saranno ridotti alla fame». Queste le parole dell’onorevole Mario Pepe, gruppo misto “Repubblicani e azionisti”, ex liberale, ex PDL, ex Responsabile, ex Popolo e Territorio, pronunciate durante un’intervista al programma radiofonico La Zanzara. Tra nove giorni – come lo stesso politico specifica – compirà 60 anni e potrà vivere di rendita, oltre che di pensione.[MORE]
Tre mila euro circa solo di vitalizio per essere stato eletto in tre legislature. «Se mi togliessero il vitalizio sarei in difficoltà, perché da dodici anni non faccio più il medico ma solo il parlamentare. Se mi togliessero il vitalizio percepirei una pensione di 1.200 euro, che è una miseria». E scoppia la polemica.
In questo particolare periodo storico e, ancor meglio, in questi giorni in cui ovunque e in ogni modo si sente parlare di riforma delle pensioni - e nell’accezione di certo non positiva –, in cui ognuno di noi si domanda quando e se riuscirà ad arrivarci all’età pensionabile in progressivo aumento, le parole dell’onorevole risuonano davvero scandalose.
Ma Pepe, quasi senza vergogna, continua sostenendo una tesi a dir poco discutibile, se non imbarazzante: «Chi svolge una funzione legislativa deve avere la massima serenità economica perché deve legiferare nell’interesse dei cittadini». E ancora: «Lo sai quante volte ho fatto da testimone di nozze quest’anno, lo sai quanti regali ho portato? Io ho fatto il testimone di nozze a 21 matrimoni!»
Di certo noi non siamo dei parlamentari per capire e magari intendere le sicuramente lecite ragioni dell’onorevole, e non avremmo fatto da testimoni a 21 matrimoni per comprendere le spese sopportate, ma di sicuro ringrazieremmo il cielo se potessimo avere - dopo forse neppure 15 anni di lavoro - più di 4 mila euro mensili, e magari anche senza fare due o tre lavori, spaccarci la schiena in fabbrica o lavorare per 10 ore al giorno.
Annachiara Cagnazzo
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