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TORINO, 10 MAGGIO - La solita Juve, piccola e masochista al limite dell’autolesionismo.
Sono bastati due minuti, a cavallo fra il 23’ e il 25’, per azzerrare definitivamente qualsiasi sogno di gloria per i bianconeri.
In vantaggio di due goal, in casa, la Juventus ha avuto la forza (poco ammirevole) di farsi raggiungere da un Chievo che ha ancora davvero poco da chiedere a questo campionato.[MORE]
Per tutta la stagione la squadra di Del Neri si è sentita una grande nel corpo di una provinciale, imbastendo una crisi d’identità senza precedenti e dall’esito catastrofico: nonostante i tentativi maldestri delle avversarie di rimetterla in corso, settimana dopo settimana, per qualsiasi traguardo europeo, perfino per una champions fino ad un mese fa lontana come un miraggio (e ieri invece a soli tre punti di distanza, prima di quei due minuti maledetti); nonostante la mediocrità di una Serie A, incerta fino alla fine nel dare responsi sicuri, per un evidente quanto allarmante livellamento verso il basso di tutte le formazioni (comprese quelle di vertice, che quest’anno hanno lottato per il campionato come in una spassosa parodia di un tressette a perdere: vedi Milan, Inter e Napoli); nonostante tutto questo, la Vecchia Signora è sempre riuscita a distinguersi nel suo grigiore, stampato sulla maglia come un tatuaggio che non va via, inutile lavarlo con parole di fiducia verso l’allenatore, i giocatori, la società & co.
Puntualmente poi arriva il campo a sbeffeggiare i pochi tifosi creduloni con un suono stridente di risposta sbagliata: “quest’anno non si va da nessuna parte”.
A poco serve il cuore del capitano e i goal di Matri, gli unici che vedono la porta in casa bianconera (entrambi a segno anche ieri sera).
Marotta sembra finalmente essersi convinto che a fine anno serva una svolta, ossia altro cambio allenatore, l’ennesimo della storia recente, o meglio l’ennesimo della storia post-Calciopoli. Il problema reale rimane: se anche l’anno prossimo la Juventus vedrà l’Europa solo in cartolina, i giocatori forti arriveranno a Torino? Ma soprattutto, la squadra che verrà creata sarà una grande o una provinciale? Purchè non sia un insulso ibrido.