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PALERMO, 24 AGOSTO 2012- "Il ponte dei suicidi", così è stato ribattezzato il Ponte Corleone, forse il più antico fra i ponti che attraversano il fiume Oreto, distrutto da uno straripamento nel 1720, quando ancora i tempi non erano sospetti, quando ancora non si pensava che quel ponte avrebbe visto salire persone di varie età sulle sue ringhiere e gettarsi fra le braccia di un fiume ormai asciutto.
L'ultima vittima è un venditore ambulante di 65 anni, che il 22 agosto, per ragioni ancora non chiare, ha deciso di togliersi la vita, proprio in quel modo che per i palermitani sta diventando quasi un banale e macabro rito di chi, per disperazione o per rabbia compie un gesto di tale portata.
Ma il ponte Corleone aveva già dovuto assistere come spettatore inerme ad altri suicidi come quello di una quarantanovenne nell'agosto 2011 o quello, eclatante, del barista ventunenne, Giuseppe Parisi che, dopo aver investito un bambino di 8 anni e credendo di averlo ucciso, per il senso di colpa si è recato lì, come se fosse normale, e si è buttato, terminando la sua vita con un soffocato urlo tra le braccia della morte.
Il Comune di Palermo ha preso dei provvedimenti e ha messo una ringhiera di protezione, ma, come dimostra il suicidio del venditore ambulante, non è bastata e il Ponte Corleone continua ad essere il simbolo dei morti suicidi palermitani, il muro del pianto di mogli e figli che si chiedono cosa hanno sbagliato, perchè non hanno capito e chissà quante volte ancora la sirena dei Vigili del Fuoco intonerà quella fastidiosa cantilena che si avvicina al ponte dei suicidi.[MORE]