Politiche 2013, dalle urne Italia ingovernabile. È Grillo boom
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Politiche 2013, dalle urne Italia ingovernabile. È Grillo boom

martedì 26 febbraio, 2013

ROMA, 26 FEBBRAIO 2013. La lunga notte elettorale porta in Parlamento il Movimento 5 Stelle, che con più di 8.675.359 preferenze diventa il primo partito alla Camera e il terzo al Senato dove ottiene più di 7.283.944 voti.[MORE]
 

La coalizione di Centrosinistra condotta dal segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani, ottiene per un soffio il premio di maggioranza alla Camera previsto dal “Porcellum”, ottenendo il 29,55 % dei voti, contro il 29,18 conquistato dall’asse Pdl- Lega, saldato e trainato da un infaticabile Silvio Berlusconi, che riesce a pareggiare al Senato, impedendo la maggioranza assoluta del Centrosinistra.

Esiti elettorali al di sotto delle aspettative anche per la lista del Presidente del Consiglio uscente Mario Monti, che non va oltre il 10% in ciascun ramo del Parlamento, dove invece non entrano per non aver raggiunto il quorum necessario Fini, Ingroia e Di Pietro.

Alta la percentuale degli astenuti rispetto al 2008, quando si recarono alle urne il 5,5% in più degli aventi diritto. Le Regioni del Sud e in particolare la Calabria, si confermano le Regioni in cui si è votato meno.


Si delinea così un quadro incerto sul futuro del Paese, supervisionato dall’Europa e dai mercati. Nelle giornate del 12 e del 15 marzo si svolgeranno infatti le prime sedute parlamentari, quindi eletti i Presidenti di Camera e Senato, si procederà subito alla costituzione dei gruppi parlamentari, per arrivare attraverso non facili consultazioni politiche alla formazione del nuovo Governo.
 

Secondo le prime dichiarazioni rese da Bersani ad esito ormai certo del voto, l’onere e la responsabilità del compito toccherà al Centrosinistra. Il Pd tuttavia non potendo contare sulla maggioranza in Senato, dovrà confrontarsi con tutte le forze politiche presenti in Parlamento per poter garantire la governabilità al Paese. Grillo, Monti, Berlusconi.

Intanto, in Aprile il nuovo Parlamento voterà per il Capo dello Stato. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è infatti al termine del suo mandato, a lui il compito di ricevere il giuramento dell’ultimo governo del suo settennato.

Che sia per il nuovo Governo, per la modifica della legge elettorale o per la nomina del Capo dello Stato, dalle politiche 2013 del 24 e 25 febbraio, le urne dichiarano quanto diviso sia il Paese, e senza una maggioranza, quanto ingovernabile l’Italia.


SAVERIO CARISTO

(foto tratta da polisemantica.blogspot.com)
 


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