Poiesis - Progetti d'Arte, I Malavoglia al MARCA di Catanzaro
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Catanzaro, 17 Dicembre - In questo ultimo viaggio del 2018 nella letteratura e nel teatro, italiani ed europei, a cura del Teatro di Calabria, il pubblico, che ha gremito la suggestiva sala del Museo MARCA di Catanzaro, è stato accompagnato in una originale interpretazione de 'I Malavoglia' di Giovanni Verga, uno dei più grandi romanzi della letteratura italiana, che fa parte del ciclo dei Vinti. L'originale rappresentazione ha seguito il canovaccio scritto dal professore Luigi La Rosa.
E' stato proprio lo stesso professore, come di consueto, a dare inizio al reading con un'autorevole introduzione sulla vita di Verga e sull'opera 'I Malavoglia' in particolare. Molto apprezzata una sua lettura di un brano di Fantasticheria, la novella ritenuta da molti, a cominciare da Leonardo Sciascia, una prefazione del più famoso romanzo.
Si è passati poi alla messa in scena delle parti più importanti avvenuta in due fasi.
Nella prima, il professore Aldo Conforto ha magistralmente interpretato l'incipit dell'opera, in cui viene presentata la famiglia Toscano, conosciuta, secondo la regola della 'ngiuria, come Malavoglia, un nome antifrastico, infatti, essi erano in realtà una famiglia di grandi lavoratori.
Nella seconda, invece, si è preso spunto dalla sceneggiatura della tragedia scritta, appunto, dal professore La Rosa per il Teatro di Calabria. Una scrittura che mette in evidenza come questa famiglia appartenga alla categoria dei Vinti ma, soprattutto, come i Vinti non siano per Verga i poveri, i piccoli. Essi appartengono a tutte le categorie sociali ed hanno in comune un errore fondamentale che commettono, quello di seguire la vanità per migliorare la propria condizione, qualunque essa sia. Questo porterà alla catastrofe tutti i personaggi. Nel caso specifico, Padron 'Ntoni, il capo famiglia, anziano e saggio pescatore, commette il grave errore di mettersi in affari con l'usuraio del paese, Zio Crocifisso.
La prima scena scelta per questa serata è quella della morte di Bastianazzo, primo figlio di Padron 'Ntoni, marito di Maruzza la Longa e padre di 'Ntoni, Luca, Mena, Alessi e Lia.
In questa fase forte è l'impatto emotivo che crea Salvatore Venuto interpretando il nunzio che porta la notizia del naufragio della Provvidenza e la conseguente morte di Bastianazzo. Riesce ad esprimere tutta la drammaticità del momento in cui il Malavoglia ha dovuto affrontare le intemperie per poi alla fine soccombere.
A ricevere la cattiva notizia per prima è la moglie, Maruzza la Longa, il cui profondo dolore ci arriva grazie ad una bravissima Anna Maria Corea.
Successivamente la notizia giunge a Padron 'Ntoni, un Aldo Conforto che mette in evidenza, dapprima, l'incredulità dell'anziano pescatore, perché la barca, che ha costruito con le proprie mani, e suo figlio sono troppo forti per soccombere ad una tempesta. In seguito un uomo che non riesce a rassegnarsi al drammatico evento ed infine tutto il dolore quando realizza che suo figlio è morto veramente.
Con il naufragio della Provvidenza naufraga, in pratica, tutta la famiglia, perché è morto colui che era la principale fonte di sostentamento, la Provvidenza va riparata e va pagato il debito per il carico andato perduto. Di fronte a questa tragedia i personaggi mostrano due facce, quella cupa, della disperazione, ma anche quella della caparbietà, della tenacia eroica di rinascere dopo ogni morte. E sono proprio queste due anime che il professore La Rosa ha voluto portare in scena con Salvatore Venuto che ha interpretato tutta la sfiducia che alcuni protagonisti avevano ormai nella Provvidenza del Signore, mentre con Mariarita Albanese è venuta fuori tutta la capacità di rinascere, la fiducia riposta nei giovani, attraverso la cui opera la Provvidenza tornerà a riempire le reti.
Per l'atto conclusivo la libera interpretazione del professore si discosta di molto dall'originale e immagina il ritorno a casa di Lia, la più piccola della famiglia che, in seguito alla caduta in miseria, è emigrata per diventare una prostituta. E' una straordinaria Mariarita Albanese a svelare tutto il disagio che Lia ha vissuto da piccola, l'angoscia per la morte del padre, la forza con cui si è ribellata all'essere una Malavoglia, l'essere diventata un corpo di pietra che non sente più dolore ed, infine, la straziante richiesta di tornare ad essere una Malavoglia.
Un'interpretazione originale che ha trovato il favore del pubblico, il quale ha sottolineato il suo gradimento a tutte le performance con lunghi applausi.
La serata si è conclusa con l'intervento del Presidente del Teatro di Calabria, Anna Melania Corrado, che, dopo i ringraziamenti di rito, ha augurato ai presenti un Santo Natale ed un felicissimo anno nuovo.
Saverio Fontana