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MILANO, 04 GENNAIO 2012- A meno che anche la Bocconi non sia ritenuta "luogo di culto", allora il prestigioso ateneo risulta essere fuorilegge in merito al pagamento dell'Ici. Infatti, risulterebbe che la Bocconi non sia in regola con il pagamento della suddetta imposta dal 2005. E, così, a Palazzo Marino non resta che continuare a far ricorso alla carta bollata, portando avanti un contenzioso iniziato nel marzo 2008, mediante un primo “avviso di accertamento” da 104mila euro. [MORE]
In particolare, il motivo del contendere coinvolge le residenze universitarie in via Spadolini 12/A, un complesso per studenti fuori sede con 333 camere a disposizione degli studenti dell'ateneo. Dal marzo 2008, la vicenda è proseguita, facendo lievitare la cartella esattoriale a circa 600mila euro. Naturalmente, la nomina di Monti quale Premier, non ha intaccato minimamente le intenzioni di Pisapia di far arrivare nelle casse del Comune quanto dovuto dalla Bocconi.
Così, il 22 dicembre scorso, il sindaco di Milano ha proceduto a firmare di suo pugno l’incarico all’avvocatura comunale di fare tutto il possibile per portare a buon fine il suddetto contenzioso, nonostante le commissioni tributarie abbiano cercato di avallare finora le ragioni della Bocconi.
Infatti, l'ateneo giustifica il mancato pagamento appellandosi ad un’esenzione rispetto alla legge 504 del 1999 che, tra le altre cose, regola la materia del versamento delle imposte locali. In particolare, si fa riferimento all’articolo 7 comma 1 della legge che esonera effettivamente gli immobili adibiti a sede “con finalità istituzionali, assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive”.
Tuttavia, replicano i legali di Palazzo Marino chela Bocconi già ne usufruisce per la sede storica e istituzionale di via Sarfatti, mentre la pretesa rispetto al pensionato studentesco sarebbe una forzatura in senso estensivo della legge, visto che l’affitto "salato che l'ateneo percepisce (rette da 3.100 a 8.500 l’anno) rappresenterebbero un’attività adibita a scopi di lucro che si può paragonare a quella effettuata dagli albergatori e dagli affittacamere privati che, a differenza della Bocconi, pagano l'Ici.
Il fatto, però, più inquietante della faccenda è che, nel caso in cui la Bocconi dovesse spuntarla in tribunale, oltre a costituire una perdita per le casse del comune di Milano, potrebbe creare un pericoloso precedente in cui, l'evidenziata forzatura in senso estensivo della legge, invece che un'eccezione potrebbe essere vista dagli altri operatori (ad esempio albergatori, oppure legittimare ancora di più l'esenzione da parte della Chiesa, per quelle attività di tipo para-commerciale o di pernottamento che, essendo fatti passare per luoghi di culto non sono soggette all'Ici) come la regola.
(Fonte: Il Fatto Quotidiano)
Rosy Merola