Pierfrancesco Favino entusiasma il Magna Graecia Film Festival, intervista e masterclass
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
Catanzaro, 4 Agosto - Settima giornata del MGFF dedicata alle masterclasses di Pierfrancesco Favino e Sabina Guzzanti. Il primo ha entusiasmato il Cinema Teatro Comunale, gremito in ogni ordine di posto, la seconda, un vero ciclone, ha parlato di documentari, di Tv e ha divertito con alcune delle sue amatissime imitazioni. In serata hanno ricevuto l'abbraccio dell'Arena del Porto dove è stato proiettato il settimo film in gara 'Tito e gli alieni' di Paolo Randi.
In questo articolo proponiamo una breve intervista di Saverio Fontana a Pierfrancesco Favino e i punti più salienti della sua masterclass.
Pierfrancesco, benvenuto al MGFF, un festival che si prende cura delle opere I e II. Quanto è importante per il cinema italiano l'esistenza di una kermesse come questa?
E' importantissima perché dà visibilità a film che difficilmente riescono ad arrivare ai giovani. Gli dà vita. E' necessario che il cinema italiano venga visto dagli italiani, per questo dobbiamo ringraziare quelle persone che hanno una grande passione come Gianvito Casadonte.
Una giuria di grandissimo spessore qualitativo. Quali saranno le caratteristiche principali da premiare che ricercherete nelle opere in gara?
Si, è proprio vero, una giuria composta da colleghi e da un presidente di grandissimo valore. Per adesso stiamo guardando tutti i film con grande attenzione, poi ci riuniremo e valuteremo profondamente tutte le qualità che emergeranno. Al momento non posso dirti cosa premieremo in particolare.
Lei ha lavorato con tanti grandi registi, prima ha citato, ad esempio, Ron Howard, tra questi, però, ve n'è uno che proprio in questa sala del Cinema Teatro Comunale che ci ospita, da ragazzo, si è innamorato del mondo del cinema. Lui è Gianni Amelio, un suo pensiero su di lui?
Oh, veramente? Che bello, non lo sapevo. Hai fatto bene a dirmelo, mi hai fatto emozionare. Gianni è un grande amico, mi ha parlato di questa cosa ma non sapevo fosse stato proprio in questa sala in cui ho avuto il piacere di incontrarvi. E' stato molto bello lavorare con lui, spero di poter tornare a lavorare presto insieme.
Teatro, cinema, TV, dove si sente a casa sua?
Il teatro è casa mia. Per me la sera sentire il respiro della sala è un evento unico, irripetibile. Il teatro ti dà la possibilità di scavare nella poesia e questo può farti elevare.
Questi i punti salienti della masterclass.
Pierfrancesco Favino e la sua passione per il cinema
E' nata da bambino ed è talmente legata all'infanzia che se io dovessi cercare le origini non ci riuscirei. I miei mi hanno portato a teatro molto presto perché loro a loro volta erano appassionati, fui attratto da questa scatola teatrale. La mia passione era, inoltre, Totò e lo è rimasto ancora. Volevo, quindi, partecipare in qualche modo a quella cosa che mi attraeva enormemente. I miei giochi da bambino erano i teatrini in cui mi raccontavo delle storie. Quando ho finito il liceo mi sono detto 'ma se non ci provo non lo saprò mai'. Feci, quindi, l'esame in Accademia, mi presero e da lì iniziò questa fortuna.
Pierfrancesco e Tom Hanks
Un uomo che ammiro perché Tom è un esempio di come si può essere star rimanendo una persona di una semplicità unica. Mi ha insegnato tantissimo in sei mesi sul set, soprattutto a non pensare che per il successo che puoi avere vali qualcosa di più della persona che hai a fianco.
Pierfrancesco e il Teatro della Pergola di Firenze
Mi è stato chiesto di fare il Direttore artistico di questa scuola. Ci ho pensato un po' e poi ho accettato. Ho cambiato il progetto che c'era anzitutto facendo in modo che fosse completamente gratuito per i ragazzi che vengono scelti e poi che potesse essere un luogo che ospitasse insegnanti di professione provenienti da tutto il mondo. L'obiettivo è dare a ragazzi italiani che non si possono permettere di frequentare scuole internazionali, che costano un occhio della testa, di avere lo stesso insegnamento che avrebbero lì incentrandolo, però, sulla centralità della cultura italiana e latina. A me andare là mi fa molto bene, nei momenti di difficoltà questi ragazzi mi hanno fatto ricordare il motivo per cui ho fatto il mio mestiere, e poi perché io dal lavoro ho ricevuto delle cose per cui restituire mi sembra una cosa giusta.
Pierfrancesco e il talento
Il talento è valore, va riconosciuto e va nutrito. Bisogna investire per tenerseli i propri talenti.
Pierfrancesco e l'insegnamento
L'insegnante ha il dovere di capire cosa funziona di più per me, che lavori con me, non chiedendomi di imitare un attore già esistente ma aiutandomi a tirare fuori la mia voce.
Pierfrancesco e il monologo di Koltès a Sanremo
Giuro, quando ho fatto Koltès a Sanremo non ho pensato né all'emigrazione e né ad una funzione sociale. Ho fatto quella cosa perché c'era una canzone di Fossati che parlava di quello e mi sembrava una buona introduzione. A cose fatte, però, se cinque minuti di teatro a Sanremo fanno quel clamore, forse investire sulla qualità di quello che facciamo è importante.
Pierfrancesco e De Sica
De Sica ha inventato un modo di recitare, è stato il primo attore moderno. E' stato un artista di una completezza unica, non ce n'è stato un altro così grande in Italia. Aveva il dono della leggerezza di ciò che faceva che lo rendeva straordinariamente affascinante e ironico. E' un modello unico, molto bello a cui ispirarsi.[MORE]
Pierfrancesco, Netflix e Sky
Non sono contro Netflix e Sky però la sala ha ancora un valore. Il valore vero che ha e che tu interrompi la tua vita, spegni il telefono e ti regali due ore di tempo che è la cosa più preziosa che abbiamo.
Saverio Fontana
Ph, Mancuso Daniela