Piazza Affari, Resoconto della giornata (06/09/13): L'ottava di settimana si chiude in progresso
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MILANO, 6 SETTEMBRE 2013 – Ultima seduta della settimana altalenante per le Piazze europee che – grazie ai dati macroeconomici deludenti dal fronte Usa, che fa allontanare il temuto tapering – alla fine riescono a chiudere sopra la parità: a Milano il Ftse Mib ha chiuso a +1,21% a 17.047 punti, Dax 30 +0,49%, Cac 40 +1,06%, Ftse 100 +0,23%, Ibex 35 +1,23%. Positivi anche i principali listini di Wall Street, il Dow Jones a +0,29% a 14.981 punti base e il Nasdaq a +0,27% a 3.669 punti base. Sulle Borse dell’aria Asia-Pacifico, pesa il rialzo dello yen. Così, Tokyo ha chiuso in evidente flessione a -1,45%. Per quanto riguarda gli altri listini, bene Mumbai e Hong Kong. Piatta Sidney (+0,05%).
SGUARDO MACROECONOMICO – A gravare sui principali listini, ancora la questione siriana. Infatti, a seguito delle affermazioni di Vladimir Putin, secondo cui: «In caso di attacco alla Siria, il suo Paese continuerà a vendere armi a Damasco e a fornire aiuti umanitari», le Borse hanno cominciato è flettere. Sul fronte Usa - come accennato – hanno deluso i dati sull'occupazione: 169.000 nuovi posti di lavoro contro le attese di 175 mila previsto dagli analisti. Il tasso di disoccupazione scende di un decimo di punto 7,3% contro il precedente 7,4%. Per quanto riguarda l’Italia, Enrico Letta ha sostenuto: «Vengono da San Pietroburgo segnali molto forti, positivi, sul tema crescita, lavoro, occupazione. Avevo indicato sette punti che a mio avviso sono quelli essenziali, soprattutto rispetto alle aspettative italiane. Ci abbiamo lavorato in questi giorni, i nostri sherpa, il ministro Saccomanni e le sette priorità sono state alla fine raggiunte praticamente in toto e compensano la profonda delusione per le difficoltà e la divisione che si è registrata sulla Siria». Intanto, oggi ha preso il via a Villa d'Este, a Cernobbio, il Forum Ambrosetti, dove sono riuniti – come ogni anno – economisti, banchieri ed imprenditori. A tal proposito, i presenti, in questa prima giornata di lavori hanno risposto ad un sondaggio realizzato dall’Ansa. In particolare alla domanda su quali rischi fossero più preoccupanti, la platea ha risposto: il 33,7% dei partecipanti ha risposto la caduta del governo italiano, poi la crisi siriana (28,3%) e più in generale i rischi geopolitici in medio oriente (26,1%); il declino dei mercati emergenti globali (18,5%); il crollo del sistema bancario e finanziario (17,4%); il cambiamento delle politiche della Fed (14,1%) e -infine - le prossime elezioni tedesche (6,5%).
PIAZZA AFFARI: Sul listino principale si comportano bene i bancari: Mediobanca +1,92%, Banco Popolare+1,32%, Bper +1,28%, Unicredit +1,34% e Intesa Sanpaolo +1,39%. In controtendenza solo Ubi Banca (+0,28% a 3,6 euro) e Mps (+0,05% a 0,2162 euro). Maglia rosa per Enel (+4,65% a 2,61 euro). Bene anche Enel Green Power (+3,11% a 1,627 euro), Ansaldo Sts (+2,81% a 6,94 euro), Finmeccanica (+1,46% a 4,16 euro). Campari (+1,81% a 6,19 euro), Fiat (+0,52% a 5,81 euro), Telecom Italia (+0,33% a 0,609 euro). In calo, Autogrill (-2,13% a 11,47 euro). Sul resto del listino si segnala Rcs (+2,31%). Restando in ambito Rcs, Francesco Merloni, membro del patto Rcs, ha dichiarato: «Abbiamo una riunione il 7 ottobre, non c'è ancora un ordine del giorno, ci sarà una discussione aperta sul futuro. Se ci sia questa ricerca spasmodica di un partner industriale forte, in quanto c'è già la Fiat». Infine, lo spread tra Btp e Bund ha chiuso in progresso a 257 punti base contro i 250 della chiusura di ieri, con il rendimento del titolo italiano al 4,50%.
Rosy Merola [MORE]