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PERUGIA, 17 FEBBRAIO 2014 - Bacio dal retrogusto amaro per i lavoratori per lo storico marchio della Perugina, da tempo passato in mano alla Nestlé. Infatti, la multinazionale svizzera ha informato i sindacati di voler mettere in cassa integrazione 867 lavoratori.
I lavoratori dei Perugina Nestlè di San Sisto hanno replicato a tale prospettivo con uno sciopero di 8 ore. Questo è quanto si legge in una nota congiunta, Flai-Cgil, Fai-Cisl, Uila-Uil e Rsu, puntualizzando che nelle assemblee in corso i lavoratori si aspettano solidarietà e non cassa integrazione. [MORE]
Precisa la nota: «Siamo consapevoli della gravità della crisi in essere, ma siamo altrettanto consapevoli che i suoi effetti sono amplificati oltremodo dalla mancata reazione, attraverso scelte industriali coraggiose ed investimenti, da parte del management italiano. Per questo non riteniamo accettabile scaricare in modo superficiale le conseguenze di questa situazione esclusivamente sul salario dei lavoratori, attraverso l'utilizzo di un ammortizzatore passivo e difensivo quale è la cassa integrazione. Il contratto di solidarietà al contrario presuppone un accordo su un piano industriale che va condiviso con i sindacati e con la Rsu. Piano industriale che deve dare una prospettivaseria a fronte della quale i lavoratori possano affrontare i sacrifici che vengono loro richiesti, sapendo sono finalizzati al rilancio della loro fabbrica».
Infine, conclude la citata nota: «l'atteggiamento di Nestlè e la mancanza di un guida forte a livello di direzione azienda non offrono al momento queste garanzie. Per questo dalle assemblee è emersa la volontà di reagire a questa scelta unilaterale con la proclamazione dello stato di agitazione permanente e di un pacchetto di otto ore di sciopero da utilizzare a supporto della trattativa».
(Foto: dissapore.com)
Rosy Merola