Pensioni, incontro tra governo e sindacati: uscita anticipata per tutti di 3 anni e 7 mesi
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ROMA, 13 SETTEMBRE - L'Ape, l'anticipo pensionistico, potrà essere chiesto dall'anno prossimo a partire dai 63 anni di età, quindi fino a 3 anni e sette mesi prima del raggiungimento della pensione di vecchiaia. [MORE]
Questa flessibilità - secondo quanto emerso dall'incontro che si è tenuto ieri tra Governo e sindacati - sarà molto conveniente per le categorie disagiate, come coloro che a pochi anni dalla pensione hanno perso il lavoro e esaurito tutti gli ammortizzatori sociali. Potrebbe però essere molto costosa, fino al 25% dell'importo della pensione secondo alcune stime, per coloro che volontariamente decidono di lasciare il lavoro e non appartengono a nessuna delle categorie che il Governo deciderà di proteggere come, appunto i disoccupati, i precoci e i lavoratori impegnati in attività usuranti.
La sperimentazione durerà due anni, ma ancora si dovrà trattare sulla soglia di reddito esente da penalità. Il ministro del lavoro Poletti ha comunque affermato che l’accordo è vicino e potrebbe arrivare anche nel prossimo incontro previsto il 21 settembre.
Il sistema, ha dichiarato il segretario confederale Uil, Domenico Proietti, «avrà una sperimentazione di due anni». Lo stesso Proietti ha inoltre spiegato che potranno andare in pensione anticipata coloro i quali hanno 63 anni nel 2017 e che la rata di ammortamento dovrebbe essere azzerata per le pensioni che arrivano a 1.200 euro netti. «Ma non ci sono parti completamente definite e ci siamo dati appuntamento al 21. In quella data stringiamo e chiudiamo», ha precisato.
Nell’incontro si sono delineati i principali interventi ed è stata confermata anche l'intenzione del Governo di intervenire sulle pensioni basse. Lo strumento dovrebbe consistere nell'estensione della platea della 'somma aggiuntiva', la cosiddetta quattordicesima, a coloro che hanno redditi personali complessivi inferiori a 1.000 euro al mese (due volte il minimo) rispetto ai 750 euro attuali.
Ciò potrebbe portare ad un lieve aumento dell'importo della quattordicesima (al momento ferma a 336 euro per chi ha meno di 15 anni di contributi, 420 euro fino a 25 anni di contributi e 504 euro oltre i 25 anni di contributi, erogati una volta l'anno) e l'innalzamento della cosiddetta no tax area per equipararla a quella dei lavoratori dipendenti, che ammonta a 8.000 euro, per tutti i pensionati e non solo per quelli over 75. Le risorse per l'Ape stanziate per il 2017, circa 400 milioni di euro, saranno concentrate su coloro che hanno perso il lavoro.
Per la quattordicesima si spenderanno in più circa 600 milioni, mentre altri 250 milioni dovrebbero essere destinati all'ampliamento della no tax area. Circa 100 milioni sono previsti per rendere le ricongiunzioni tra diversi periodi assicurativi non onerose, mentre altri 100 milioni serviranno per allargare le maglie delle attività usuranti. È probabile infatti che possano avere vantaggi sull'uscita anticipata rispetto all'età di vecchiaia anche categorie come gli operai edili, le maestre d'asilo e gli infermieri.
Si sta inoltre discutendo se considerare precoci i lavoratori che hanno effettuato almeno 12 mesi di lavoro prima dei 18 anni di età o se chiedere un periodo di lavoro di almeno 24 mesi prima della maggiore età. Non è chiaro neanche se si fisserà l'asticella per l'uscita in anticipo per questa categoria a 41 anni di contributi o a 41 anni e 10 mesi "abbonando" in questo secondo caso solo un anno rispetto ai 42 anni e 10 mesi previsti per la pensione anticipata degli uomini. «L'obiettivo - ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, che ieri ha partecipato all'incontro per il Governo - è di chiudere il confronto prima della fine del mese».
Giuseppe Sanzi
(fonte immagine pensioneanticipata.it)