Pegna ad Abramo ed Esposito: "Il canone del Teatro è sproporzionato alla capienza"
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CATANZARO, 16 NOVEMBRE 2013 - E’ appena partita la vendita dei biglietti per la grande Opera Musical sulla vita di Papa Giovanni Paolo II, dal titolo “Karol Wojtyla, la vera storia”, organizzata dalla Show Net di Ruggero Pegna per i prossimi 18 e 19 gennaio al Teatro Politeama di Catanzaro. in apertura del tour mondiale che arriverà in aprile a Roma nei giorni della santificazione di Wojtyla, e, subito, si apre un dibattito sui costi del Teatro catanzarese. Ruggero Pegna, a tal proposito e più in generale sul tema della cultura, scrive immediatamente ai primi cittadini del capoluogo.
“Illustrissimi Sindaco Abramo, Vicesindaco e assessore alla Cultura Esposito – esordisce Pegna - vi scrivo con la stima che ben conoscete. Ho appena appreso, con grande disappunto, dell’elevato costo che s’intende applicare in caso di concessione del teatro Politeama per spettacoli organizzati da imprese del settore, pari a quattromila euro a sera. Mi permetto di esprimere il grande rammarico di chi opera da quasi trent’anni in questo comparto ed è tra i principali artefici e testimoni della storia catanzarese e regionale degli eventi culturali legati allo spettacolo dal vivo, sin dai miei primi concerti degli Spandau Ballet e Tina Turner al Ceravolo alla fine degli anni 80. Si tratta, a mio parere, di una decisione sbagliata per più ragioni.
Trovo anche strano doverlo sottolineare ad un sindaco che ben conosce certe dinamiche e che, in precedenti mandati, insieme al suo assessore Wanda Ferro, ha inteso incentivare la promozione della cultura anche attraverso i grandi eventi di spettacolo dal vivo, concedendo non solo le strutture gratuitamente ma, anche, ingenti contributi senza dei quali alcuni dei più attesi e prestigiosi eventi effettuati a Catanzaro non sarebbero esistiti, vedi Notre Dame De Paris, Momix e decine di altri, in pratica tutte le fortunate edizioni di “Una città per cantare” che, insieme, abbiamo portato alla ribalta nazionale.
Innanzitutto, mi permetto di rilevare che il suddetto costo è enormemente più elevato della media regionale e nazionale dei canoni per teatri di uguale capienza; ad esempio, lo storico Cilea di Reggio ha un costo di 1200 euro, mentre l’altrettanto storico Rendano di Cosenza varia dai 1500 ai 2000 euro. Inoltre, da regolamento, altrove tale costo può essere abbattuto, in parte o del tutto, in caso di spettacoli di riconosciuto livello artistico, contenuti d’interesse sociale, grande risonanza e attualità. Come dire: si rinuncia a qualche migliaio di euro per non spenderne direttamente molti di più e avere, allo stesso tempo, un indiscutibile tornaconto per l’intero territorio in termini di offerta culturale e d’intrattenimento, promozione, ricaduta sociale ed economica.
Applicare il suddetto canone per l’effettuazione di spettacoli costosissimi, ma di grande interesse e attualità, come ad esempio l’Opera sulla vita di Wojtyla o lo show degli Stomp di livello mondiale, eventi a malapena a pareggio col tutto esaurito, a mio parere è un errore. Con gli 850 posti utilizzabili, cioè la metà delle capienza di quasi tutti i grandi teatri italiani, non è possibile che il canone costi l’ importo corrispondente all’incasso medio di 200 biglietti, riducendo di fatto la capienza a 600 posti circa, con cui dover bilanciare Siae, Iva, spese artistiche, promozione e costi tecnici! E ciò senza considerare un altro centinaio di posti invendibili per i soliti biglietti omaggio di legge (e non) e i posti richiesti dalla stampa! In pratica, a queste condizioni, risulta impossibile persino contenere le perdite, oppure bisognerebbe portare i biglietti a 150 euro!
Illustrissimi Sindaco e Vicesindaco, per certi spettacoli, che addirittura necessiterebbero contributi, almeno si conceda il teatro gratuitamente. Non si torni all’anno zero, a incubi mai svaniti come il diniego al concerto di Sting del ’93, costringendoci di fatto a non poter effettuare alcuni grandi spettacoli! Non saranno le poche migliaia di euro della concessione del teatro ai professionisti del settore, per cinque, sei spettacoli all’anno, a salvare le casse comunali o quelli della Fondazione; certamente, invece, hanno un’elevata importanza per continuare, anche a Catanzaro, a portare in scena i sogni e le emozioni di tanta gente, a proseguire nella storia di promozione culturale attraverso lo spettacolo popolare che ha trovato anche in Voi convinti sostenitori e, nel recentissimo passato, partner istituzionali preziosi nel poter realizzare eventi eccezionali!
Alla luce di una corretta analisi costi-benefici, probabilmente offuscata da un periodo di crisi generale, anche il dato in spiccioli è comunque banalmente evidente: la concessione gratuita del teatro a privati, anche per ipotetici dieci grandi spettacoli all’anno, equivarrebbe a 40.000 euro d’incasso in meno, ma anche a 400.000 euro di soldi pubblici risparmiati per effettuarli direttamente e ad altre decine di migliaia di euro di promozione della città effettuata, invece, a costo zero. Oltre al calcolo di bottega, che di sicuro non si addice alla caratura e alla statura politico-amministrativa della Vostra gestione, qual è, piuttosto, il reale valore aggiunto per la collettività e il territorio? Se questa risposta inducesse anche a un dialogo con i professionisti del settore in fase di programmazione delle stagioni ufficiali, probabilmente ci guadagnerebbero tutti, compresi gli spettatori che disporrebbero di un’offerta maggiore e di maggior qualità e interesse a minor costo, anche in termini di spesa pubblica. Calcoli e considerazioni di qualsiasi tipo a parte, questo canone è, in ogni caso, sproporzionato; si torni a comprendere quanto, forse, dimenticato: una corretta sinergia in questo settore è utile a tutti e, ancor prima, alla crescita di una Calabria migliore!
Illustrissimi Sindaco e Vicesindaco, certo della comprensione delle ragioni che mi hanno spinto a scrivervi, con lo spirito ancora fervido come trent’anni fa nel credere che, anche attraverso certi eventi di spettacolo, si possa contribuire alla crescita sociale e culturale della nostra terra, mi auguro un’attenta riflessione da parte Vostra con i conseguenti riscontri.
Cordiali saluti.”
Notizia segnalata da Ruggero Pegna
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