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ROMA, 5 NOVEMBRE - Continua il gioco delle alleanze in casa Pd. In attesa di sapere quale sarà il candidato premier espresso dalle primarie del Partito Democratico, per il centrosinistra è arrivato il momento dell’aut-aut tra Casini (nella foto) e Vendola. Sono proprio i due diretti interessati ad imporre al Pd di fare la sua scelta.[MORE]
Dopo la vittoria alle elezioni regionali in Sicilia di Crocetta, supportato dalla coalizione costituita proprio da Pd e Udc (oltre che ad Api), il leader di Unione di Centro si era riavvicinato al partito di Bersani. «L’incontro tra moderati e progressisti è possibile, ma deve essere fatto in piena chiarezza e serietà» ha dichiarato Pier Ferdinando Casini, il quale, però, è stato chiarissimo nell’indicare con chi non intende avere alcun tipo di incontro, cioè Nichi Vendola e Sel «il problema non è personale, è politico. Io chiedo al Pd come sia possibile un’alleanza con chi ha sostenuto il referendum sull’articolo 18, la battaglia al fianco dei No Tav, con chi ha attaccato Monti e il suo governo».
Nichi Vendola, dal canto suo, aveva già mostrato il suo rifiuto per qualsiasi intesa con Casini. Oggi ha confermato questa linea, incalzando con una serie di domande retoriche il segretario del Pd: «Deve rispondere lui: se vuole governare senza fare le riforme, se vuole rassegnarsi a un programma così mediocre, andrà con Casini. Se invece vuole costruire un programma di cambiamento, deve farlo con Vendola». Il governatore della Puglia chiude anche ad una possibile ritrovata alleanza con l’Idv: «Il populismo non può essere una risposta ai problemi del Paese. Mi spiace molto se Di Pietro prende la scorciatoia dell'esercizio della demagogia».
foto: foggiapress.it
Giovanni Gaeta