"Pazzo d'amore" a teatro
Cultura e Spettacolo Lazio

"Pazzo d'amore" a teatro

giovedì 21 ottobre, 2010

Debutta il 4 Novembre al Furio Camillo di Roma “Pazzo d’amore” di Sam Shepard, promosso dalla Associazione culturale Teatri&Culture in collaborazione con l’ Ass. Cult. Pescatori di Poesia e Lab'04, per la regia di Elisabetta De Vito e Ciro Scalera. E’ del 1985 la trasposizione cinematografica di Robert Altman con Kim Basinger e lo stesso autore, e oggi, dopo venticinque anni, il dramma di una società sull’orlo del baratro, riflessa nell’amore dannato e incestuoso tra fratello e sorella, fulcro della storia, è quanto mai di tragica attualità. Sul palco sfila un cast giovane e di brillanti promesse, affidati nella direzione all’ esperienza trentennale della coppia di registi De Vito-Scalera.[MORE]

LA STORIA
Nella squallida stanza di un motel, si consuma il conflitto disperato tra un uomo e una donna. Lui, Eddie, ha fatto un lungo viaggio per arrivare fin lì, per rivederla. Lei, May, l'ha atteso per anni. Ma dietro ai due si staglia l’ombra di un terza figura, Martin, l’uomo che May sta aspettando, oltre alla inquietante presenza di un quarto personaggio, il vecchio, che sembra muovere i fili delle loro coscienze. Accompagnati dai fantasmi del loro passato, i due ripercorrono la storia del loro amore: un amore che inizia nell’innocenza degli anni del liceo, e prosegue tingendosi nel tempo di follia, di dolore, di brutalità inspiegabili.
Tra spari, incendi e malinconie l’incontro-scontro tra i due trova il suo tragico epilogo nella rivelazione di un terribile segreto che emerge dopo lunghi anni… In loro rinascono emozioni e sentimenti sopiti, accompagnati da una verità oscura quanto dolorosa.

NOTE DI REGIA
Due fratellastri incestuosi, Eddie e May, e il loro comune padre, ‘il vecchio’, sono tre dei quattro protagonisti di questa piece. Già un triangolo del genere, che affonda le radici in mitologie come Rea e Crono, Elettra, e, volendo, gli stessi Adamo ed Eva, non presenta certo problemi di attualità. E se questo ‘triangolo’ si scontra con l’ottica di Martin, ingenuo e puro amico di May, ecco stigmatizzata la maledizione della Beat Generation cui Kerouac aprì quella lunga strada il cui solco è ancora ben visibile nella letteratura dei giorni nostri. La storia di questo amore maledetto si snoda fra morbose sessualità e giochi di potere psicologico, senza disdegnare azione e ironia. Nel pieno rispetto della penna di Shepard, (Premio Pulitzer 1979 per la Commedia ‘Buried Child’) abbiamo solo inteso mettere l’accento sulla liturgia dei rapporti, sulla crudezza dei personaggi e delle loro dinamiche interiori. Ci siamo proposti di sottolineare quanto più possibile i diversi piani di realtà di ogni protagonista, realtà che si attraggono e si respingono senza riuscire mai a fondersi, a collocarsi. Così come abbiamo voluto andare incontro a un linguaggio un po’ più aggiornato anche nei ritmi teatrali che sono inevitabilmente evoluti a distanza di quasi trent’anni. Operazione che ci è parsa ancor più opportuna considerata la giovane età degli attori (nonché auto produttori) che, letteralmente ‘pazzi d’amore’ per questo testo, hanno caparbiamente voluto realizzarlo.


Autore
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