Patto generazionale nella pubblica amministrazione, l'Assessore Bizzo incontra sindacati
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BOLZANO, 28 AGOSTO 2013 - Primi concreti passi in avanti per l'applicazione del patto generazionale nella pubblica amministrazione, una delle misure più innovative contenute nel piano pluriennale per il lavoro. L'assessore Roberto Bizzo ha incontrato ieri (27 agosto) i sindacati per iniziare ad analizzare la questione nel dettaglio. "Si tratta di una forma positiva di flessibilità - ha commentato Bizzo - tra i lavoratori c'è già un certo interesse".
Il patto generazionale nel pubblico impiego consiste nell'opportunità offerta a coloro che si trovano a pochi anni dalla pensione di ridurre volontariamente il proprio orario di lavoro per favorire l'inserimento dei giovani. Il tutto con una decurtazione dello stipendio, ma senza alcun taglio sui contributi pensionistici, che saranno tarati sulla retribuzione "piena", con la differenza a carico della Provincia. "Dobbiamo incentivare un ricambio generazionale nel mondo del lavoro - sottolinea Bizzo - per dare concrete prospettive occupazionali ai tanti giovani che oggi devono fare i conti con la precarietà e la mancanza di sicurezze. L'idea è quella di far partire il progetto all'interno della pubblica amministrazione, ma in prospettiva puntiamo a coinvolgere anche il settore privato".
Ma come tradurre la misura in azioni concrete? Ne hanno iniziato a discutere ieri (27 agosto) l'assessore Roberto Bizzo, il direttore di Dipartimento Andrea Zeppa, il direttore della Ripartizione personale Engelbert Schaller, e i rappresentanti di tutte le sigle sindacali del pubblico impiego: dai confederali Cgil/Agb, SgbCisl e Uil/Sgk, alla Asgb, per finire con gli "autonomi" GS e Nursuing Up. "Il primo riscontro è stato sostanzialmente buono - commenta Bizzo - e i sindacati hanno rivelato di aver già registrato un certo interesse da parte dei lavoratori, soprattutto per quanto riguarda determinati profili professionali. Credo che si tratti di una forma di flessibilità "positiva" che potrà portare vantaggi a tutte le parti".
Dal canto loro i sindacati hanno chiesto che venga messo in piedi un meccanismo che garantisca che il risparmio di risorse ottenuto con la riduzione volontaria dell'orario di lavoro venga effettivamente re-investito per l'assunzione dei giovani. I primi aspetti operativi, dalle qualifiche interessate, alle modalità di assuzione, alle prime stime sulle ricadute quantitative del provvedimento, verranno discussi in un successivo incontro tra Provincia e parti sociali che dovrebbe aver luogo entro un paio di mesi. [MORE]
Gianluca Teobaldo