Pasquale Cersosimo interviene sull' interesse all' associazionismo cittadino
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CASSANO ALLO IONIO (CS), 8 NOVEMBRE 2013 - (Riceviamo e pubblichiamo)
Sfogliando i quotidiani locali degli ultimi giorni, non sarà sfuggito neanche al più distratto dei lettori l’interessamento dei partiti verso il variegato mondo dell’associazionismo cittadino.
Una novità che saluto con soddisfazione, dal momento che sin dall’adolescenza (oggi ho 40 anni!) mi sono sempre battuto affinché le associazioni, espressione della società civile, si potessero ritagliare il giusto spazio all’interno della società.
Una novità che saluto con piacere anche se, prima che il dibattito vada ulteriormente avanti, v’è da fare alcune puntualizzazioni al fine di evitare di generare le solite contraddizioni che non portano a nessuna parte.
In tempi di dissesto economico, il Comune di Cassano ha avuto politici esperti di Contabilità Pubblica così come nei periodi dei finanziamenti europei il nostro Comune ha conosciuto esperti di Diritto Comunitario. Il risultato del lavoro di questi esperti è sotto gli occhi di tutti: un dissesto chiuso dopo sedici anni solo grazie ad un decreto del Governo ed i soldi di Agenda 2000-2006 e 2007-2012 tornati indietro per il mancato utilizzo.
Oggi, prima che la parola passi a nuovi politici esperti di Diritto delle Associazioni, è bene specificare sin dall’inizio alcune cose, anche per evitare il prolificare di questi esperti.
Iniziamo dunque con una precisazione: quando si parla di Associazioni, inevitabilmente si parla di Terzo Settore ( cioè quel ramo dell’economia che non produce, non trasforma ma offre servizi).
In secondo luogo, inviterei i partiti a non dimenticare il mio impegno, l’impegno dei movimenti prima e del Collettivo 26 Luglio dopo per l’apertura e l’utilizzo del Centro Sociale Polivalente di Cassano come Casa di tutte le Associazioni del Comune.
Così come inviterei i signori della politica a non dimenticare l’esperienza del Forum delle Associazioni e di tutte quelle battaglie di civiltà portate avanti in questi anni dalle associazioni cassanesi.
I signori della politica, ricordino gli impegni disattesi, come la mancata organizzazione delle forme di partecipazione e l’assenza di un regolamento che disciplini l’elargizione di contributi.
La politica non scordi il percorso tortuoso che ha provocato non approvando tale regolamento, causando il prolificare di numerose associazioni e la conseguente creazione di un nuovo sistema clientelare, basato sull’elargizione e sull’ottenimento di contributi e finanziamenti.
Difronte questo stato di cose, abbiamo assistito ad un panorama di schegge impazzite, di associazioni nate come i funghi, cellule di partiti o persone di fiducia di politici eccellenti. Un proliferare di sigle e nomi, molti dei quali costituiti con l’unico scopo di ottenere finanziamenti, che ha causato lo snaturamento del concetto di associazione da soggetto attivo , portatore di idee a soggetto passivo, portatore di interessi personali.
Abbiamo assistito ad un’incapacità della politica a coinvolgere attivamente le associazioni ed a sostenere le forme di partecipazione. C’è un albo delle associazioni nel nostro Comunesin dagli anni novanta, ve ne sono registrate ben quarantaquattro, ma questo albo non è stato mai convocato in maniera ufficiale da alcun amministratore.
Oggi che i nuovi programmi di finanziamento comunitario prevedono il coinvolgimento attivo delle associazioni, la politica di Cassano riscopre le associazioni.
Una visione innovativa e sicuramente lungimirante quella dei partiti, un ideale che perde la sua forza nel momento in cui la politica non ha più proposte da offrire ai cittadini, non ha più idee e pur di rimanere a galla, vìola e scredita l’autonomia delle associazioni, in nome di un ignoto spirito di crescita collettiva.
I signori della politica non si offendano ma io non credo più alle loro parole, così come penso, non ci credono le associazioni libere e autonome che al momento sono la stragrande maggioranza.
La politica faccia il suo dovere, amministri in maniera moderna ed al passo coi tempi: faccia in modo che il Municipio sia la casa di tutti i Cittadini.
Le associazioni dal canto loro non aspettino tempo e si organizzino nel migliore dei modi creando comitati, forum e tavoli di discussione fra attori del terzo settore ma soprattutto lavorando in autonomia e lontani dagli spintoni e dai suggerimenti della politica.
Le idee ed i progetti di sviluppo sociale lasciamoli esprimere alle associazioni, alla società civile a quel terzo settore , motore della new economy, che sta scalpitando ma che fatica a partire a causa dell’inadeguatezza del sistema politico. [MORE]
(Notizia segnalata da Pasquale Cersosimo)