Papa riapre il caso Moro: testimonierà il confessore dello statista
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ROMA, 7 MARZO 2015 – Per volontà di Papa Francesco si potrebbe riaprire il caso Moro. Il Pontefice ha infatti voluto che Antonio Mennini, nunzio apostolico del Regno Unito, venga ascoltato dalla Commissione d’inchiesta sulla vicenda. Da quanto aveva riferito l’ex Presidente Cossiga, infatti, Mennini sarebbe stato il confessore dello statista e lo avrebbe addirittura confessato durante la sua prigionia.
Come nunzio apostolico, Mennini gode dell’immunità diplomatica, e finora non ha mai deposto in tribunale né rilasciato interviste. Papa Francesco però adesso ha scelto di far prevalere la ricerca della verità sulle regole della immunità diplomatica. Inoltre il santo Padre ha deciso che l’arcivescovo Mennini dovrà venire a Roma a deporre nella sede della Commissione, a San Macuto, invece di far trasferire l’organismo a Londra. La deposizione avverrà il 9 marzo.
Due sono state le motivazioni che hanno portato Papa Francesco a prendere questa decisone. Per prima cosa aprire alla possibilità che nuova luce possa essere fatta sul caso, per collaborare con la giustizia. E poi, secondo il Pontefice, il chiarimento di alcuni snodi importanti della storia italiana, permetterà anche al Vaticano di voltare pagina. [MORE]
L’arcivescovo Mennini , ha dichiarato il presidente Fioroni, quando ha annunciato che ci sarebbe stata l’audizione, è “l’uomo che più di tutti fu spiritualmente vicino ad Aldo Moro. Tanti i punti che potrà affrontare: il suo ruolo in quei giorni, i suoi contatti, l’impegno enorme di Paolo VI ad avviare una trattativa per restituire Moro vivo al Paese e alla sua famiglia e perché questo tentativo non andò in porto”. “Con Bergoglio — ha aggiunto — adesso Mennini è libero di parlare”.
Antonio Mennini infatti, all’epoca dei 55 giorni di prigionia di Moro, era un giovane sacerdote, molto intimo con lo statista. Secondo le dichiarazioni di Cossiga, il giovane prete sarebbe stato vicino a Moro durante la prigionia e lo avrebbe addirittura confessato e impartito l’estrema unzione all’interno della prigione delle Br prima della uccisione. “Don Antonello Mennini raggiunse Aldo Moro nel covo delle Brigate Rosse e noi non lo scoprimmo. Ci scappò don Mennini”, disse Cossiga. Secondo quanto ricostruito, il nunzio (figlio di Luigi allora numero 2 dello Ior) sarebbe stato “il canale segreto” di comunicazione tra le brigate e il Vaticano, per tentare di salvare il prigioniero. Subito dopo il tragico epilogo della vicenda, Mennini fu destinato dal Vaticano alla carriera diplomatica e mandato all’estero: prima in Turchia, poi Bulgaria, Federazione Russa, Uzbekistan, infine Gran Bretagna (2010).
(foto dal sito attualita.cinquequotidiano.it)
Michela Franzone