Papa Francesco in Cile: "Dolore e vergogna per gli abusi dei ministri della Chiesa sui bambini"
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
SANTHIAGO DEL CILE, 17 GENNAIO- “Dolor y verguenza”, dolore e vergogna. Papa Francesco, nel suo primo giorno in Cile, tra fedeli e contestatori, affronta subito il tema più spinoso della sua visita: quello dei presunti abusi della Chiesa cilena sui bambini. Al fianco di Bergoglio la presidente uscente Michelle Bachelet, che alla Nunziatura ha accolto il Papa. Sul tema della pedofilia Francesco ha detto che “bisogna impegnarsi perché tutto ciò non si ripeta” e dopo pranzo, proprio nella Nunziatura, il Papa ha ricevuto in forma privata un piccolo gruppo di vittime. [MORE]
Lo scandalo maggiore sul versante degli abusi riguarda Fernando Karadima, prete ottantenne sospeso dal San’Uffizio nel 2011, isolato ma mai ridotto allo stato laicale. In Cile il caso Karadima è molto sentito: il prete, molto influente in passato, era stato incastrato nel 2010 da un’inchiesta giornalistica che aveva rivelato come per decenni l’uomo avesse abusato di minori. Al suo posto, nel 2015, Bergoglio ha nominato Juan Barros, sacerdote sospettato di essere tra gli amici che avevano contribuito a coprire i fattacci di Karadima. Il risultato è una Chiesa mai così impopolare in Cile, e le proteste che hanno preceduto l’arrivo di Francesco nel Paese lo testimoniano.
Il Papa ha parlato anche di democrazia. E lo ha fatto dalla Moneda, lì dove l’11 settembre 1973 il presidente Allende morì durante il golpe militare di Pinochet. Per Bergoglio la democrazia va “conquistata giorno per giorno”, perché “non ci si può accontentare di quanto si è ottenuto, dimenticandosi che invece molti fratelli soffrono ancora e che le situazioni di ingiustizia ci riguardano tutti”. “La democrazia – ha detto il Papa – è il sogno dei vostri padri e deve essere un luogo d’incontro per tutti”.
“Il futuro si gioca nella capacità di ascolto, una capacità che in questa nazione acquista un grande valore: qui dove la pluralità etnica, culturale e storica esige di essere custodita”. Il riferimento di Francesco è agli Indios, ma non solo. Al centro delle sue parole anche i disoccupati, i migranti, i giovani, gli anziani, i bambini: bisogna ascoltare tutti loro, proteggerli, non dimenticarli. Oggi invece per il Papa sarà l’occasione per incontrare i Mapuche, la popolazione indigena. “La saggezza dei popoli autoctoni – ha accennato ieri Francesco – può offrire un grande contributo. Da loro possiamo imparare, perché non c’è sviluppo in un popolo che volta le spalle alle sue tradizioni".
Claudio Canzone
Fonte foto: ilfattoquotidiano.it