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Palermo, Quando il Natale passa da San Francesco d'Assisi senza fare rumore

Redazione
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Palermo, Quando il Natale passa da San Francesco d'Assisi senza fare rumore
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L’Associazione Antonino Caponnetto Onlus porta generi alimentari al convento dei Frati Minori Conventuali di Palermo, tra spirito evangelico, sobrietà francescana e una fraternità che non fa rumore ma lascia il segno.

 

C’è un modo sobrio e concreto di preparare il Natale che non passa dai proclami, ma dai pacchi di pasta, dalle bottiglie d’olio e da quel pudore antico che accompagna i gesti fatti senza aspettarsi applausi. È il modo francescano, che assomiglia molto anche a quello evangelico. E non stupisce che, a Palermo, questo stile abbia trovato casa nel convento di San Francesco d’Assisi, in via del Parlamento, dove le pietre antiche sanno ancora distinguere la carità dalla beneficenza esibita.

L’Associazione Antonino Caponnetto Onlus si è presentata lì, quasi in punta di piedi, con il suo piccolo corteo di volontari. A guidarla, Adriano Palazzotto, presidente, e Pietro Valenti, vicepresidente, insieme a quella moltitudine silenziosa che non finisce mai nei comunicati ufficiali ma regge, di fatto, il mondo: i volontari. Il dono era semplice e per questo prezioso: generi alimentari destinati alla numerosa comunità dei Frati Minori Conventuali, in vista del Santo Natale. Nulla di simbolico, nulla di ornamentale. Pane, olio, cibo. Come ai tempi in cui il Vangelo non aveva bisogno di note a piè di pagina.

Ad accoglierli, insieme ai postulanti, c’erano il ministro provinciale dell’Ordine, fra’ Salvino Pulizzotto, e fra’ Antonio Parisi, segretario provinciale. Francescani nel tratto e nella sostanza, capaci di ricordare – senza dirlo – che «è dando che si riceve», come insegna la preghiera attribuita a san Francesco, e che «beati sono i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli» (Mt 5,3). Parole che, se restano sulla carta, consolano; ma quando diventano prassi quotidiana, inquietano.

L’incontro non si è fermato alla consegna del dono. C’è stato anche un momento conviviale, condiviso nei locali dell’attuale studentato della Provincia. Tavoli semplici, sorrisi sinceri, conversazioni senza retorica. Perché la fraternità, prima di essere un concetto teologico, è una pratica faticosa e bellissima. «Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt 18,20): il Vangelo non specifica che servano candelabri o tappeti rossi.

In fondo, san Francesco lo aveva capito prima di molti sociologi: la povertà non è una mancanza, ma una scelta di libertà. «La carità è il profumo dell’anima», diceva, e quel profumo, ieri come oggi, non si compra. Si diffonde. E quando accade – in un convento di Palermo, alla vigilia del Natale – ci si accorge che la notizia, seppur piccola, è di quelle che meritano di essere raccontate. Perché non fanno rumore, ma resistono al tempo.

 


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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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