Palermo, cade l'ultimo dei padrini
Cronaca Sicilia

Palermo, cade l'ultimo dei padrini

martedì 15 novembre, 2011

CARINI (PALERMO), 15 NOVEMBRE 2011 – Sono ventuno, in totale, le ordinanze di custodia cautelare in carcere che hanno permesso di smantellare la cosca di Carini e far tornare in carcere C. P. (nella foto), detto “Battista i Santa”, considerato uno degli ultimi “padrini” di Cosa Nostra.[MORE]

Tornato a Carini nel 2007 dopo un decennio in carcere – e motivi di salute che gli hanno permesso la commutazione della pena agli arresti domiciliari – P., 80 anni a capo della famiglia referente al mandamento di San Lorenzo-T. N. (uno dei più estesi e potenti), si è fin da subito rimesso in moto per recuperare tempo e potere persi durante il soggiorno nelle patrie galere. Alleato storico dei “viddani” di Corleone, ha richiamato intorno a sé la schiera di emigrati che nell'ultimo periodo ne aveva coperto la fuga (e che con lui erano stati arrestati in Toscana). Soliti nomi che, però, questa volta avevano deciso di non vessare i piccoli commercianti – già aspramente toccati dalla crisi economica – per rivolgersi agli affari con tanti zeri, quelli cioè della grande cantieristica, pubblica o provata che fosse.

Il quartier generale era la pescheria di V. C. – consuocero del boss - al bivio Foresta di Carini, usato non solo come locale commerciale ma anche – e soprattutto – come luogo di ritrovo per le riunioni e centrale per lo spaccio della droga. Proprio tenendo d'occhio uno dei “clienti”, G. E., che i carabinieri guidati dal colonnello Giuseppe De Riggi, sono riusciti ad arrestare P. dopo avergli riempito casa con microspie e telecamere e dopo aver battuto anche il controllo che il vicinato – anche con l'aiuto dei bambini-vedetta – faceva per il boss.

Le indagini, portate avanti dal procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia Antonio Ingroia e dai sostituti Laura Vaccaro, Marcello Viola e Francesco Del Bene, hanno fatto luce sugli interessi del clan, improntati principalmente all'acquisizione di aziende attive nel movimento terra, inclusa l'imposizione degli operai e guardianie, e sul traffico di stupefacenti. Con questi arresti, dicono gli inquirenti, è stato anche possibile fermare una nuova guerra di mafia ancor prima che questa potesse entrare nel vivo.

Gli arrestati sono l’anziano padrino C. P., 80 anni, pluripregiudicato per associazione a delinquere di tipo mafioso, la figlia M., 38 anni, il genero S. S., 47 anni, il cugino di quest’ultimo, P. S., 51 anni, G. G., 38 anni, G. L. D. 58 anni, C.F., 46 anni, Vito Failla, 45 anni, G. E., 66 anni, cugino acquisito di P., Croce M. 27 anni, A.B., nato New York, 35 anni, G. P. 44 anni, G. B., 55 anni, M. E., 65 anni, V. C., 54 anni, consuocero di P., G. C., 35 anni, G. C., 55 anni, S. R., 37 anni, E.Z., 40 anni, R.G., 42 anni, F. A., tunisino di 24 anni.


Andrea Intonti


Autore
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