Pacco bomba a "La Stampa": era indirizzato ad un giornalista che segue la Tav in Val di Susa
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TORINO, 04 OTTOBRE 2013 - Un pacco bomba contenente 120 grammi di esplosivo è stato recapitato presso la redazione del quotidiano torinese "La Stampa". Da quanto emerge, sembra che la polvere sia stata compressa dentro ad un hard-disk, collegato ad un chip.
Gli artificieri hanno fatto sapere che non si è trattato di un falso allarme: la bomba, vera e propria, era infatti pronta ad esplodere. Il pacco era indirizzato ad un giornalista che segue da diversi anni le vicende legate alla realizzazione della Tav in Val di Susa e che, in passato, aveva già subìto minacce.
Il pacco bomba, recapitato nella giornata di Martedì presso la sede torinese del giornale, sarebbe esploso nel momento in cui l'hard-disk sarebbe stato messo in funzione. Per accertarsi che sarebbe stato utilizzato, i mittenti hanno telefonato alla redazione spiegando che sarebbe stato recapitato un pacco contenente un disco rigido sul quale erano registrati contenuti interessanti.[MORE]
Inoltre, un mese e mezzo fa, venne inviato un plico cartaceo presso la sede de "La Stampa", nel quale veniva illustrato dettagliatamente il contenuto dei dati contenuti nell'hard-disk. Il tutto sembrava essere studiato per garantire l'utilizzo del blocco di memoria, il quale era però pronto ad esplodere.
Ad insospettire i fattorini ed il giornalista stesso, è stato il fatto che sul pacco non veniva specificato il mittente. Allertate le autorità, i reparti di investigazione scientifica hanno dunque rilevato la presenza di esplosivo e, gli artificieri, hanno confermato che si trattava di una bomba vera e propria. Il gesto non è stato rivendicato da alcuna frangia "No-Tav".
(In foto la sede de "La Stampa", da lastampa.it)
Alessia Malachiti