Omofobia, migliaia in piazza contro il convegno organizzato dalla Regione Lombardia
Cronaca Lombardia

Omofobia, migliaia in piazza contro il convegno organizzato dalla Regione Lombardia

sabato 17 gennaio, 2015

MILANO, 17 GENNAIO 2015 - Distanti soltanto alcuni metri, separati dalla mura del Pirellone. Da una parte il convegno “Difendere la famiglia per difenderà la comunità”, organizzato dalla Regione Lombardia, Alleanza Cattolica, Fondazione Tempi, Obiettivo Chaire e Nonni 2.0. Dall’altra, all’esterno, più di duemila persone che hanno preso parte al presidio, il cui slogan era “L’unica malattia è l’omofobia”, organizzato dal gruppo in difesa dei diritti delle persone omosessuali “I Sintinelli” di Milano e dai Giovani democratici. 

Tra le due parti uno iato profondo per tradizione, formazione e cultura. Al centro delle manifestazioni odierne una questione fondamentale: tra gli organizzatori del convegno c’è chi senza remore sostiene la tesi che l’omosessualità sia una malattia. E se poi a tale evento partecipa il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, il quale ha utilizzato per l’occasione anche il logo dell’Expo, il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, l’assessore regionale alle Culture, Cristina Cappellini, il tutto assume una rilevanza ben più ampia.

«Siamo più di duemila ed è un risultato straordinario», ha affermato Luca Paladini, portavoce de “I Sentinelli”. Tra i duemila in piazza Einaudi alcuni consiglieri ed esponenti politici regionali e comunali di centrosinistra. Lo stesso Paladini ha poi voluto evidenziare come «in Danimarca festeggiano i 25 anni dall’introduzione di una legge sulle unioni civili, qui stiamo ancora a parlare se l’omosessualità è una malattia». Dal palco del presidio è intervenuto l’assessore del Comune di Milano alle politiche sociali, Pierfrancesco Majorino: «Non tolleriamo l’utilizzo distorto del logo e dell’occasione di Expo». Lo stesso assessore ha poi voluto ringraziare gli organizzatori del presidio perché hanno «permesso di dimostrare che questa non è la città che considera i cittadini omosessuali dei soggetti deboli da proteggere, tutelare o ghettizzare».

Dall’altra parte del “muro”, agli applausi iniziali rivolti all’ingresso del governatore Roberto Maroni, sono seguite le parole dell’assessore regionale alle Culture Cappellini: «Non siamo qui contro i diritti di qualcuno o per discriminare qualcuno - ha aggiunto - ma per promuovere qualcosa di sano e di genuino che ci accomuna, siamo qui a confermare la centralità della famiglia in cui ci riconosciamo e che è il modello di società cui ci ispiriamo: per noi la famiglia è una madre e un padre, se possibile con figli, non un genitore A o genitore B».

Peccato che se poi un ragazzo di 22 anni prende inaspettatamente la parola dal palco e rivolgendosi ai presenti afferma e chiede «Nessuno di voi sa se ha un figlio eterosessuale o no. Cose ne pensate delle presunte "terapie" per "curare" l'omosessualità?», diventa oggetto di fischi e accompagnato alla porta. Infine è stato il turno dello stesso governatore Maroni: «Sono contento che si sia tenuto questo convegno, che è un punto partenza. Qualcuno ha cercato di impedirlo con minacce, pressioni e insulti soprattutto a me: da ministro dell'Interno non mi sono fatto piegare da minacce più gravi - ha proseguito Maroni - figuratevi se mi facevo condizionare da quattro pirla».[MORE]

Lo stesso presidente della Regione Lombardia ha poi affermato di voler organizzare un altro evento simile durante l'Expo. I "quattro pirla" in questione oggi erano duemila, chissà quanti potrebbero essere durante un evento internazionale come l’esposizione universale. Provare per credere. 

(Immagine da milano.repubblica.it)

Giovanni Maria Elia
 

 


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