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ROMA, 24 MAGGIO – Ieri mattina si è svolta alla Camera la discussione generale sul testo unificato sull’omofobia messo a punto da Paola Concia (Pd). Contrari Pdl, Lega e Udc, favorevoli Pd, Idv e Fli. I toni sono stati piuttosto aspri e si è confermata la linea generale sostenuta già in precedenti votazioni. La Conferenza dei Capigruppo della Camera dei deputati ha deciso che il voto sul testo unificato si terra nella seduta del 31 maggio.[MORE]
In Italia la non discriminazione è regolata dall’Articolo 3 della Costituzione, il quale però non menziona esplicitamente l’orientamento sessuale come oggetto di discriminazione. A livello penale l’argomento delle discriminazioni è regolato dalla Legge Mancino la quale però, tra le circostanze aggravanti comuni previste dall’articolo 61 del codice penale, non prevede l’orientamento sessuale. La deputata Paola Concia aveva già presentato, il 2 ottobre 2009, un testo base che si allargava nella direzione dell’inserimento dell’omofobia tra le aggravanti previste dall’articolo 61.
Tale testo è stato successivamente bocciato su una pregiudiziale di costituzionalità. Il testo è stato poi ripresentato e, solo nella scorsa settimana, ha già subito due gravi bocciature in commissione Giustizia, nonostante si fosse concordato un testo che riprendeva il contrasto ad ogni discriminazione, in perfetta linea con le vigenti normative europee. Norme antidiscriminatorie che menzionano esplicitamente l’orientamento sessuale sono in vigore nella maggior parte dei Paesi europei e l’omofobia viene esplicitamente punita come reato in Danimarca, Francia, Islanda, Norvegia, Paesi Bassi, Svezia nonché negli Stati Uniti d’America.
Le difficoltà italiane in tal senso sono internazionalmente imbarazzanti, soprattutto se si pensa che il testo discusso ieri alla Camera è già frutto di una mediazione politica tra le diverse fazioni parlamentari. Quasi mille giorni sono stati necessari per discutere un testo composto da soli due articoli. Ciò denota l’estrema difficoltà che incontra il nostro Paese nel discutere tale argomento. "Onestamente, dopo quasi mille giorni che il provvedimento in esame è all'ordine del giorno e dopo tanti tentativi, da parte mia, di arrivare a una mediazione, l'impressione è quella di avere davanti un muro di gomma", ha detto Paola Concia. Spaccature si hanno anche all’interno della maggioranza. Il ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna voterà a favore del provvedimento, in aperta opposizione con il suo partito il quale a suo parere sta perdendo un’occasione: “Il testo non prevedeva il reato di omofobia, ma introduceva aggravanti per i reati commessi a scopo discriminatorio: una norma di stampo europeo”.
La maggioranza tenta però di giustificare la sua linea affievolendo i toni. “La posizione della maggioranza e della commissione Giustizia è ben più complessa e sicuramente non è di chiusura rispetto all’esigenza di garantire adeguate forme di tutela ai soggetti che sono vittime di reati in ragione della loro omosessualità” sostiene Enrico Costa (Pdl). Attenuanti inutili essendo successivamente aggravate da dichiarazioni dure ed offensive di altri deputati tra i quali Luisa Santolini, parlamentare dell’Udc, la quale ha paragonato l’omosessualità alla pedofilia. E se di tale livello sono le critiche poste dalla maggioranza in sede parlamentare è ovvio che la credibilità del Paese possa vacillare. Per non parlare poi di diverse esternazioni del presidente del consiglio Silvio Berlusconi il quale, con i soliti toni ironici ma pur sempre apertamente, ha sostenuto mesi fa come fosse meglio essere appassionato di belle donne piuttosto che essere gay.
L’omofobia pervade il mondo politico ma probabilmente, guardando ai fatti di cronaca, è presente anche in gran parte della società italiana. Il presidente della Camera Fini e il presidente della Repubblica sostengono l’urgenza di compiere dei passi avanti. L’ultima bocciatura del testo è avvenuta proprio durante la settimana della giornata mondiale contro l’omofobia. “In Italia, da qualche anno, siamo di fronte ad un’emergenza omofobia che allarma anche il Parlamento Europeo: centinaia i casi registrati soprattutto nei confronti dei giovani. E’ proprio per loro che dovremmo approvare questa legge. Non solo per i giovani omosessuali, ma per tutti. Per indicare chiaramente quale paese vogliamo costruire: un paese coeso socialmente che rifiuti la violenza e la deriva dell’odio. omofobia, razzismo e misoginia sono in realtà la stessa cosa e la paura del diverso rende tutti più poveri” aveva scritto ieri Paola Concia in una lettera inviata a tutti i componenti della Commissione Giustizia. E che tipo di paese si voglia costruire si capirà il 31 maggio, prova del nove della maturità della politica italiana.
(in foto: Paola Concia e Mara Carfagna insieme per la giornata contro l'omofobia)
Filomena Fittipaldi