Omicidio Sara Di Pietrantonio, 30 anni in appello all'ex fidanzato
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ROMA, 10 MAGGIO - La prima Corte d'Assise d'Appello ha decretato una condanna a 30 anni per Vincenzo Paduano, il vigilante di 28 anni accusato di aver strangolato e dato alle fiamme la sua ex fidanzata Sara Di Pietrantonio, nel maggio del 2016.
In primo grado, Paduano era stato condannato all’ergastolo per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, stalking, distruzione di cadavere, danneggiamento e incendio dell'automobile a bordo della quale viaggiava la sua ex fidanzata. Il corpo di Sara, appena ventenne, fu trovato in una strada periferica, buia ed isolata, del quartiere romano della Magliana. L’accusa chiedeva la conferma dell’ergastolo per omicidio premeditato aggravato, mentre la difesa sollecitava l’assoluzione dell’imputato dai reati di stalking e distruzione di cadavere e che non venisse riconosciuto l’aggravante della premeditazione.[MORE]
Non c'è grossa differenza tra 30 anni e l'ergastolo". È questo il laconico commento della madre di Sara. "Forse posso sembrare cinica - ha poi sottolineato - ma non credo che Paduano si sia pentito. Credo che per arrivare a un pentimento vero dovrà essere aiutato molto ancora perché da solo non può farcela".
Secondo quanto si apprende, Paduano ha pianto diverse volte durante l’udienza di oggi, soprattutto nelle fasi in cui venivano ricostruiti i fatti e raccontata la sua storia d'amore con Sara, il cui cadavere era stato reso irriconoscibile dalle fiamme.
“Non posso meritare la pace. Non mi perdonerò mai per quello che ho fatto: ho tolto a Sara la possibiltà di essere felice, la pena più grande è la sofferenza che porto dentro e non il carcere", ha detto Paduano in aula rendendo spontanee dichiarazioni alla Corte.
Luigi Cacciatori