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COSENZA, 06 MAGGIO 2015 - I giudici del tribunale di Cosenza hanno pronunciato la sentenza di assoluzione per le persone accusate del delitto, insoluto dal 1988. Per identificare l’assassino si riparte delle tracce di Dna dell'omicida. [MORE]
Tutti assolti per non avere commesso il fatto. E' questa la sentenza pronunciata dai giudici del tribunale di Cosenza nei confronti degli imputati per la morte di Roberta Lanzino, violentata ed uccisa nel 1988. Si tratta di Franco Sansone, del padre Alfredo e del fratello Remo, assolti anche per il delitto di Luigi Carbone, il cui cadavere non e' mai stato trovato. L'assoluzione per l'omicidio Lanzino era stata chiesta dal pm dopo che il Dna su Sansone ha escluso la compatibilità con quello trovato sul corpo della giovane.
Un Dna che è stato isolato e classificato come "Ignoto 1" e per il quale sarebbero in corso le indagini per cercare di arrivare finalmente all'assassino della donna. E' stato proprio l'esito degli accertamenti sul Dna, eseguiti dai Ris di Messina sui campioni di terra sulla quale fu rinvenuto il cadavere, a permettere di isolare le tracce di sperma confuse al sangue della giovane ed a far cadere l'intero impianto accusatorio sul quale si è concentrata la riapertura dell'inchiesta sull’omicidio della studentessa di Rende. Secondo l’accusa, la giovane fu violentata e uccisa da Franco Sansone insieme a Luigi Carbone. Quest'ultimo un paio di mesi dopo sarebbe poi stato assassinato dallo stesso Sansone con la collaborazione del padre e del fratello, attuali imputati in Corte d'Assise.
(fonte immagine cn24tv.it)
Giuseppe Sanzi