Omicidio in pieno centro a San Donà di Piave. Fermato boss del Brenta
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SAN DONA' DI PIAVE, 13 Novembre - Regolamento di conti, oppure una questione amorosa. Il movente non è chiaro ma neppure l'omicida. San Donà è stata teatro di un omicidio in pieno centro, presso piazza Indipendenza. Attorno alle 20 di Domenica 13, un uomo, Alessandro Lovisetto, pregiudicato di 53enne di Zenson di Piave, residente a Musile (VE), è stato accoltellato alla gola, pare dopo un scontro iniziato da un pugno del Lovisetto stesso. I soccorsi, purtroppo, non hanno potuto aiutare l'uomo, che è morto poco dopo, mentre i Carabinieri di San Donà hanno un unico sospettato, che è stato già fermato: Silvano Maritan.
Silvano Maritan è un nome tristemente noto nel Veneto. 69enne, fu il braccio armato del boss della criminalità organizzata del Veneto Orientale, Maritan ha creato un mercato inesistente all'epoca sul litorale di Venezia e il Nord Adriatico: quello della cocaina. Componente di spicco della banda di Felice Maniero, sostituì "Faccia d'Angelo" nel periodo in cui fu incarcerato a Fossombrone (dal quale, nel 1980, evase assieme ad alcuni fedelissimi). Secondo Maritan, è proprio Maniero la causa di tutti i suoi problemi con la giudizia: dal 1991 al 2016, tranne alcuni brevissimi periodi ad inizio pena, Maritan ha scontato 25 anni di pena in diversi istituti penitenziari, a causa del pentimento di Felice Maniero. Nel 2007 uscì dal carcere, ma fu subito riportato dentro per delle intercettazioni che lo incastravano.
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"Il Presidente" è ora tornato a San Donà di Piave, per stare con il fratello, dopo un lungo periodo difficile, e con un unico grande obiettivo: "Scrivere un libro sulla mia vita, su Maniero e sui sette omicidi che ancora non ha confessato". Si perchè Maniero non avrebbe confessato altri sette omicidi, causati da tradimenti o regolamenti interni, e Maritan ne ha parlato già nelle lettere inviate dal carcere.
Gli inquirenti, al momento, stanno indagando, ma nessun pista è ancora emersa. L'incidente potrebbe essere collegato a delle minacce che Maritan avanzò in Luglio del 2016 ad una ex-convivente, che gli costarono la libertà vigilata, ma al momento non ci sono conferme.
È emersa, però, una testimonianza oculare. Una signora, Laura, 47enne di San Donà, avrebbe visto Maritan scappare, poco prima che fosse bloccato dai Carabinieri. " [Maritan] Aveva gli occhi spiritati, ai miei amici ho detto che sembrava di aver visto il diavolo. Una persona indiavolata".
Aveva intuito che qualcosa di grave stesse accadendo la signora Laura, che si trovava nei pressi del Crystal, un complesso commerciale del centro di San Donà: "Aveva sangue dappertutto: indossava un cappotto color cammello a tre quarti, una camicia bianca e un gilet, se non sbaglio di colore rosso, che però ha avuto cura di nascondermi. Probabilmente non voleva vedessimo tutto il sangue di cui era impregnato, ma era impossibile non notarlo. Gli copriva il colletto e la camicia".
La testimone poi continua: "Ho visto che entrava e usciva da un hotel e, mentre tornava indietro, ancora una volta ha avuto cura di coprirsi il collo col bavero del cappotto per cercare di passare inosservato. Infine ho notato che stava parlando con i carabinieri: i militari discutevano con lui con molta calma, anche lui sembrava abbastanza tranquillo, non particolarmente turbato".
Una testimonianza che incastrebbe Maritan, ma, al momento, non si hanno notizie certe riguardo l'accaduto.
Leonardo Cristiano
immagine da: rete-comuni-italiani.it