Nuovo Governo - attesa per la lista dei Ministri, Cottarelli convocato al Quirinale alle 16:30
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ROMA, 29 MAGGIO – Carlo Cottarelli, incaricato dal Presidente della Repubblica di formare un nuovo Governo che possa traghettare il Paese a nuove elezioni, è stato convocato al Quirinale per le 16:30 di oggi e vi salirà per riferire sui nomi dei ministri. Da questo punto di vista, il Premier incaricato ha trascorso una fervida mattinata di lavoro negli uffici di Palazzo Montecitorio per consultare personalità che potrebbero a vario titolo entrare a far parte del suo CdM, tenendo soprattutto conto della richiesta di Mattarella di formare un esecutivo snello, che sia semplicemente in grado di elaborare ed attuare i provvedimenti più urgenti in modo competente, gestendo in modo conservativo i conti pubblici. [MORE]
L’obiettivo, dunque, resta al momento quello di sciogliere le Camere ed organizzare nuove consultazioni elettorali. Il nodo naturalmente resta la data e soprattutto il periodo in cui tutto ciò dovrebbe accadere. Se il governo del premier incaricato Cottarelli non dovesse ottenere la fiducia da parte delle forze politiche in Parlamento, esso entrerebbe in carica esclusivamente per sbrigare l’ordinaria amministrazione al posto del dimissionario Governo Gentiloni, avviando magari quantomeno l’iter per l’approvazione della nuova legge di bilancio, per poi organizzare le elezioni in settembre o comunque immediatamente dopo l’estate. Qualora invece la squadra guidata dall’economista cremonese dovesse inaspettatamente riscuotere la fiducia dei Parlamentari, i cittadini sarebbero richiamati alle urne nei primi mesi del 2019, consentendo nel frattempo al nuovo esecutivo di sciogliere i nodi più urgenti nel Paese.
È da ricordare infatti la disciplina della fiducia ai sensi dell’art. 94 della nostra Costituzione, il quale prevede che essa debba essere accordata in modo indipendente dalle due Camere, tramite votazione nominale, entro 10 giorni dalla formazione del Governo. Il voto contrario di una o di entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni, ma è necessario che il Governo ottenga la fiducia affinché il procedimento della sua formazione abbia esito positivo. Sarebbe comunque teoricamente possibile che la maggioranza dei Parlamentari si astenga perché possa avvenire ugualmente la formazione del Governo. Ciò è infatti accaduto ad esempio al Governo Andreotti III, ricordato appunto come il “Governo della non sfiducia”, dato che nel 1976 esso ottenne la fiducia indirettamente, grazie al voto favorevole della sola DC (che non aveva la maggioranza) ed all’astensione del Partito Comunista e di tutte le altre forze politiche.
È per questo motivo che il Partito Democratico va verso la decisione di un’astensione collettiva da parte dei propri Parlamentari, circa la richiesta di fiducia che verrebbe nei prossimi giorni presentata alle Camere da Cottarelli e dalla sua squadra. “Il PD – ha dichiarato infatti il Segretario reggente Maurizio Martina – sostiene con piena convinzione l'operato del Presidente Mattarella e la scelta di varare un Governo neutrale che porti alle elezioni anticipate. Proprio per rispettare il carattere di neutralità politica del Governo, credo che sia opportuno che il nostro partito si astenga sul voto di fiducia. Convocheremo a breve e prima della fiducia la Direzione Nazionale e lì decideremo”.
Allo stato attuale, tuttavia, a prescindere dall’astensione del PD, se il Movimento 5 Stelle e la Lega dovessero confermare la decisione di votare negativamente alla richiesta di fiducia, il Governo Cottarelli non avrebbe i numeri in Parlamento. Le due parti dell’accordo programmatico che aveva portato al conferimento dell’incarico presidenziale a Giuseppe Conte, però, continuano ad invocare la piazza, avendo organizzato manifestazioni di protesta contro le recenti decisioni del Presidente della Repubblica, non sembrando intenzionate a mutare atteggiamento verso l’economista.
Dopo 85 giorni di stallo politico, comunque, se già oggi il Capo dello Stato dovesse dare il proprio assenso ai nomi proposti dal premier incaricato Cottarelli, il nuovo Governo potrebbe giurare e richiedere la fiducia alle Camere già entro la fine di questa settimana. La decisione dei componenti dei due rami del Parlamento, poi, naturalmente condizionerà la durata del nuovo esecutivo ed il momento della prossima chiamata degli elettori alle urne.
Francesco Gagliardi
Fonte immagine: agora24.it