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WELLINGTON, 16 MARZO- L’attentatore, Brenton Tarrant, che ieri ha sparato in due moschee di Christchurch, Nuova Zelanda, è stato rinviato in custodia cautelare al 5 aprile.
L’azione dell’uomo, che ha ripreso la sua strage postandola su Facebook, è stata guidata da sentimenti suprematisti, teoria confermata dall’aspetto del mitra utilizzato dall’assassino ove aveva scritto i nomi dei più famosi suprematisti bianchi tra cui Luca Traini, che a Macerata ha sparato contro i migranti per semplice intolleranza razziale. All’udienza, svoltasi oggi, l’uomo non ha mostrato alcun rimorso per la sua premeditata carneficina, anzi ha sogghignato quando i reporter lo hanno fotografato, mostrando il gesto utilizzato dai suprematisti bianchi e dai troll razzisti su internet: un “ok” con la mano.
Intanto il premier neozelandese, Jacinta Ardern, ha dichiarato di voler rivedere la legge sul possesso delle armi, argomento sul quale non è stata presa alcuna decisione come spiega il procuratore generale David Parker. Il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha chiesto un incontro con l’Oic (Organizzazione della cooperazione islamica) per discutere l’attacco terroristico e sollecitare gli stati musulmani ad una reazione adeguata all’attacco.
L’attentatore ha causato la morte di 49 persone, di cui 2 identificate: Haji Daoud Nabi, afghano emigrato in Nuova Zelanda nel 1977 con due figli e Khaled Mustafa, rifugiato siriano da pochi mesi nel Paese con la famiglia. Dei 39 feriti, invece, 7 sono stati dimessi e 11 sono in terapia intensiva.
Ci troviamo davanti ad un episodio di puro odio, sentimento che nasce da pregiudizi, disinformazione e paura, presupposti di estremismi pericolosi in ogni sua forma e manifestazione.
Ludovica Portelli