Cagliari, non toccate la spiaggia del Poetto!
Cronaca Sardegna

Cagliari, non toccate la spiaggia del Poetto!

giovedì 8 marzo, 2012

 CAGLIARI, 08 MARZO 2012 – Nessuno ne parla, ma l’ennesimo progetto che potrebbe questa volta rovinare definitivamente una delle spiagge più antiche e preziose del nostro territorio è già stato ideato. La spiaggia dei cagliaritani, il Poetto, aveva già subito un attacco contro natura nel 2002, attraverso un sistema di draghe, fu prelevata la sabbia a qualche centinaio di metri dalla riva anziché dal luogo precedentemente scelto a varie miglia dalla spiaggia, vanificando così la buona intenzione di riportare il Poetto alla sua originaria bellezza e dimensione. Infatti il risultato si è dimostrato sconvolgente: la sabbia finissima e bianca di una volta è stata sostituita da un miscuglio completamente diverso per colore e granulometria, contenente non solo sabbia ma anche frammenti di conchiglie e concrezioni marine. A distanza di tempo la situazione non è migliorata; inoltre anche il tratto quartese, in un primo momento rimasto intatto, dopo qualche anno ha cominciato a presentare gli stessi problemi dovuti all'asportazione della sabbia ad opera del vento, degli uomini e naturalmente del mare. [MORE]

Il ripascimento doveva perseguire il fine di allargare le dimensioni della spiaggia che, dopo l’abbattimento dei casotti (strutture balneari costruite dall’uomo che involontariamente ostacolavano la dispersione della sabbia), a causa degli agenti atmosferici si era negli anni notevolmente ridotta. L’impatto ambientale è stato disastroso, infatti oltre ad aver rovinato una spiaggia secolare, famosa per la bianchezza e finezza della sua sabbia, non si è raggiunto neanche l’obiettivo di conquistare metri in più dal mare, perché l’acqua anno dopo anno sta rimangiandosi quei pochi metri conquistati. A distanza di dieci anni sembra che la Regione voglia di nuovo mettere mano a un progetto per riqualificare il Poetto, bandendo una gara di appalto per quasi 11 milioni di euro. Lo scopo apparente è quello di abbellire il lungo mare per circa 8 chilometri, ma nella pratica potrebbe portare alla scomparsa, in pochi anni, del litorale. Dalle tavole e dai progetti consultabili sul sito del Comune di Cagliari http://www.comune.cagliari.it/portale/it/bandi_e_avvisi.page?contentId=BND26768, i nuovi lavori prevedono l’allargamento della carreggiata carrabile, che già esiste ed è stata per fortuna limitata al traffico, quindi altro asfalto; la costruzione di una pista ciclabile, di una passeggiata pedonale, di una pista runner, e di un’area di sosta, quindi altro asfalto. Tutto questo asfalto, più il cemento per le altre strutture aggiuntive, come panchine, aiuole e quant’altro, finirà ovviamente sulla spiaggia, dato che dall’altro lato sono presenti delle abitazioni, difficili da spostare. Ma i danni non finirebbero qua, infatti, secondo i progetti attuali è previsto anche l’innalzamento di una barriera in cemento, un muro che avrebbe lo scopo di impedire che la sabbia si disperda a causa del forte vento, ma stando alle ricerche effettuate dal Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Cagliari, questa barriera architettonica non farebbe altro che aumentare l’energia eolica e/o marina, incrementando così l’azione di dispersione della sabbia. Ancora una volta, oltre a essere un progetto invasivo per la natura, sarebbe anche inutile per gli scopi prefissati. Bisogna ricordare che al momento la spiaggia del Poetto non presenta deposizione di sedimenti, ovvero la sabbia non può riformarsi perché gli unici due apporti di sabbia di cui era dotato il litorale sono stati cementificati e trasformati in discariche, per cui l’unica azione che l’uomo può contrastare, se vuole conservare un bene prezioso come quello che hanno i cagliaritani, è l’ulteriore dispersione della sabbia rimasta. Una soluzione sarebbe possibile, più semplice anche rispetto a quelle previste: il ripristino di elementi architettonici su palafitte, come lo erano originariamente i casotti, in modo che la forza del vento e delle correnti marine non trovando ostacoli si smorzi, e quindi anche la sabbia più fine non avrebbe la spinta necessaria per disperdersi. Sembra, come al solito, che la soluzione più semplice sia quella più difficile da realizzare.

Giulia Cancedda


(fonte foto: ufficiostampacagliari.it)


Autore
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