Non c'e' delitto che possa mai essere intestato a Dio
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Il terrorismo di questi ultimi anni oltre a seminare morte, odio e vendetta ha gravemente sporcato la bellezza dell’animo umano. Si è reso infatti padrone del Dio dei viventi intestando alla Sua grandezza divina ogni strage compiuta in Europa e nel mondo. I terroristi di oggi non sono altro che i farisei più oltranzisti di ieri, elevati all’ennesima potenza. Scrive il teologo Mons. Di Bruno: “Quest’ultimi al tempo di Gesù in nome di Dio si vendevano anche i comandamenti. Per un più grande beneficio pecuniario abrogavano persino la Legge e i Profeti. Sempre gli uomini che si dicono di Dio riescono a ridurre Dio ad uno che approva ogni loro misfatto, abominio, peccato, trasgressione”. Queste chiare osservazioni del religioso dovrebbero farci riflettere.[MORE]
La ragione umana “regolare”, credente o pagana che sia, non deve far altro che ribellarsi a questo strano Dio che gode del sangue degli innocenti. La stessa mente illuminata del poeta e filosofo Lucrezio già dall’antica Roma si indignava di fronte ad ogni abominevole azione compiuta in nome dell’Altissimo, della religione, della fede o di qualsiasi credo verso qualsiasi altra figura trascendentale. Significativo a tal proposito il suo racconto tratto dal “De Rerum Natura” che narra del sacrificio di Ifigenia. Chiara e significativa l’introduzione al brano in questione: “Ciò a questo proposito io temo, che per caso tu pensi di abbracciare i principi di un’empia dottrina e di metterti per via del delitto…”.
Scegliere la via del terrore nel nome di Dio è cosa possibile quando l’uomo pensa di attrezzarsi imperterrito nel sostituirsi allo stesso Creatore. Tutte le religioni sono esposte a questa insana eventualità, a volte in forme meno eclatanti, ma non per questo irruenti e prive di un briciolo di umanità. Penso all’aborto per fuggire dalle proprie responsabilità o alle scorciatoie che consentono ad ognuno di cambiare a proprio piacimento le leggi eterne del Signore. È ormai prassi comune violare in più occasioni l’armonia della natura o acquisire diritti e spazi che nulla hanno da spartire con il valore ontologico dei principi, anteriori ad ogni cosa. Gli stessi farisei, proclamandosi guardiani della Legge eterna, infrangevano la profondità delle norme divine nel momento in cui tentavano di impedire a Gesù di guarire un afflitto nel giorno di sabato.
“Dio viene per fare l’uomo vero uomo. Per ridargli l’antica dignità perduta. Lui viene per creare sulla terra la vera umanità. Di certo non è umanità non guarire in giorno di sabato un uomo gravemente infermo”. Chi pecca invece è l’uomo che impedisce l’amore di Dio verso gli ammalati, i sofferenti, i dimenticati, al di là del tempo e i luoghi interessati. Infrange la Parola della vita “chiunque dice o fa qualcosa che Dio non ha espressamente detto, comandato, ordinato”. Sporca il cielo chi grida il nome di Dio mentre da seguito ai suoi istinti animaleschi, seminando orrore e terrore. “A nessuna mente è lecito dire: “Dio lo vuole”, quando Dio di certo non lo vuole, non lo desidera, non lo ama, non l’ha detto”. Chiunque vada in questa falsata direzione dovrà assumersi la responsabilità personale dinnanzi all’eterno e alla storia degli uomini. Dio è venuto in Cristo crocifisso per redimere e salvare il mondo, altro è del diavolo.
Egidio Chiarella
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