Noah, la recensione: scatenate l'inferno nella Bibbia
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NOAH DI DARREN ARONOFSKY, la recensione. Un Bibbia-buster con invenzioni fantasy, insistenze melodrammatiche e toni dark, sostenuto da un montaggio esuberante e dal carisma patriarcale di Russell Crowe.
Il giudizio universale dei conti è presto fatto: 130 milioni di dollari budget, 130 minuti di biblicolossal, ossia un milione al minuto. La grana visiva nemmeno si sforza più di tanto di piegarsi al Verbo dell'alta definizione, per di ripagare la grana delle spese: il 3D vegeta su qualche sequenza subacquea mordi, nuoti e fuggi, mentre è il montaggio a fare il più, non tanto con le dissolvenze - suvvia: pacchiane - quanto con il time-lapse, con cui Darren Aronofsky, regista talora incline al videoclip (vedasi il lavoro per Lou Reed e i Metallica), ripercorre la storia dell'evoluzione umana dal big bang all'uomo, sfoderando un lavoro immane di frame saturi incatenati, nel miracolo visivo di mettere d'accordo Darwin, il Padreterno ed i Lumiére. [MORE]
TOPICHE BIBLICHE - E il dramma? C'è, sulle spalle larghe di Russell Crowe, patriarca a cui la barba dà molta serietà ed il fisico tozzo e nerboruto tutta la muscolarità del gladiatore dagli occhi di ghiaccio finito in un'arena insolita: un fantasy biblico da "scatenate l'inferno"; un blockbuster dall'ethos spicciolo, con cattivi cattivissimi e buoni tormentati nemmeno la Genesi fosse l'ultimo mélo; una rivisitazione del diluvio che sa di talento scialacquato, perchè la regia è abile e non lesina azzardi visionari, ma non si riesce a non sorridere - peccato mortale quando si parli di Bibbia cinematografica - a vedere Anthony Hopkins in versione Matusalemme-guru che fa l'occhiolino alla progenie (!), o Emma Watson appena guarita dalla sterilità che salta addosso al primogenito di Noè nemmeno fosse in preda a qualche magia harrypotteriana del progesterone. Definirlo divino sarebbe delittuoso, Aronofsky si conferma autore con slanci da cigno - nero, in questo caso - e cadute d'eleganza da brutto anatroccolo.
SEMBRA UN ANGELO CADUTO DAL CIELO - Il clima da fantasy dark, con sfondi primitivi da Re della terra selvaggia e qualche angolo di lercio western, si popola persino di mastodontici ex angeli caduti, ora membruti gigantoni tirapugni, che nel cozzo delle articolazioni di fanghiglia indurita, cigolanti come ferraglia dei Transformers, fanno da carpentieri e guerrieri. Il villain, capitano dei pronipoti di Caino, è Winstone (Tubal Cain), ostinato portoghese delle Arche, con in mano l'ascia di guerra ed in bocca le parole d'un Al Pacino tipo Avvocato del diavolo: l'Uomo che sfida Dio, si prende la terra, domina sugli animali, è il più forte degli animali ("vanità: il mio peccato preferito"). Serpeggia persino un clima da disaster movie pre-apocalittico, in tutta la lunga preparazione al diluvio, col villaggio dei dannati dove affiorano cannibali ed incappucciati alla The Road, prima d'una cruenta battaglia uomini-angeli, che svela tutto il lato ferino dei film: anche la Bibbia deve ruggire nei predicozzi da pop-corn.
SOMMERSI E SALVATI - C'è dunque spettacolo, non sempre di buon gusto, ma c'è soprattutto ritmo e tensione. La parte più riuscita del film, per quanto nel purgatorio del facile sentimento esasperato, è forse quella meno ampia nel respiro, nell'orizzonte richiuso dell'Arca: si cospira nell'ombra, il padre si arma contro i nipoti, il figlio contro il padre, le donne si alleano come in Beautiful, è un animal kingdom. Qui, nel bilancio dei sommersi e dei salvati, si fa apprezzare la matriarca Jennifer Connelly, mentre Emma Watson galleggia, e non è cosa da poco, rispetto alla mediocrità del secondogenito Logan Lerman, ancora in apprendistato post- Percy Jackson, stranamente a disagio tra le acque (lui, figlio di Poseidone). Difficile che l'evoluzionismo cinematografico spazzi via prodotti di questo tipo, con poco di profetico e tanto d'appeal, destinati sempre a fare adepti. Qualcuno, d'altronde, disse: "Il cinema è un'invenzione senza futuro". E allora godiamoci il presente arruffone, stentoreo, videoclipparo, muscolare di Aronofsky e compagnia recitante. Nessuna Rivelazione: buon mainstream da profani.
DATA USCITA: 10 aprile 2014
GENERE: Biblico, Drammatico
ANNO: 2014
REGIA: Darren Aronofsky
SCENEGGIATURA: Darren Aronofsky, John Logan
ATTORI: Russell Crowe, Emma Watson, Jennifer Connelly, Logan Lerman, Ray Winstone, Douglas Booth, Anthony Hopkins, Kevin Durand, Sami Gayle, Marton Csokas, Dakota Goyo, Barry Sloane, Nick Nolte, Mark Margolis, Frank Langella, Don Harvey, Sophie Nyweide
FOTOGRAFIA: Matthew Libatique
MONTAGGIO: Andrew Weisblum
MUSICHE: Clint Mansell
PRODUZIONE: Disruption Entertainment, New Regency Pictures, Protozoa Pictures
DISTRIBUZIONE: Universal Pictures
PAESE: USA
DURATA: 132 Min
FORMATO: 2D, 3D e IMAX 3D
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Antonio Maiorino
critico cinematografico - follow on Twitter