Politica

"No al terremoto fiscale", in migliaia in corteo a L'Aquila contro la restituzione delle tasse

L'AQUILA, 16 APRILE 2018 - Cinquemila persone hanno sfilato nel centro storico dell'Aquila per dire NO alle "cartelle esattoriali milionarie inique e assurde, destinate a provocare un altro terremoto, dopo quello del 2009". [MORE]

La popolazione ha raccolto l'appello, lanciato da istituzioni e forze produttive, a scendere in piazza contro la restituzione delle tasse sospese a circa 350 imprese e professionisti per circa 100 milioni di euro decisa dalla Commissione Europea, che considera le somme aiuti di Stato.

A capeggiare il corteo, animato da bandiere neroverdi, uno striscione che recita "No al terremoto fiscale". Folta presenza anche di rappresentanti istituzionali: dal sindaco de L'Aquila, Pierluigi Biondi, al vice presidente della Regione Giovanni Lolli e al presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio. Presenti anche il leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, i senatori Gaetano Quagliariello di Idea, e Nazario Pagano di Forza Italia.

"Vogliamo rispondere così a questa iniquità - dice il presidente dell'Ance L'Aquila, Ettore Barattelli - a Roma andremo se non ci saranno risultati da questa nostra azione". La città ha confermato la mobilitazione nonostante la proroga di 120 giorni dell'efficacia delle cartelle esattoriali stabilita con un provvedimento dal Governo uscente.

"È una manifestazione partecipata. C'è quella rabbia positiva che ha consentito anche in passato di rivendicare diritti negati - dichiara il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi - Bisogna combattere perché la proroga di quattro mesi non risolve il problema. Lotteremo fino alla fine con mezzi civici, politici e giuridici".

"Le regole Ue sugli aiuti di stato consentono esplicitamente e forniscono ampi margini agli stati membri per compensare le imprese per i danni reali subiti come conseguenze dei disastri naturali" ha ricordato un portavoce dell'Unione Europea. La precedente legislazione italiana in materia, ancora in vigore quando avvenne il terremoto del 2009, non richiedeva di dimostrare i danni subiti. Di conseguenza, "un'azienda registrata nell'area colpita ma senza alcuna presenza fisica o attività economica nell'area era intitolata a ricevere il sostegno pubblico", ha spiegato il portavoce.

Secondo i tecnici di Bruxelles, alcune imprese si sono ritrovate con "un indebito vantaggio economico sulle loro concorrenti" e, stando alle regole comunitarie, questo costituisce un aiuto di stato illegale e va recuperato per rimediare alle distorsioni di mercato causate.

Da Bruxelles, però, non si ha una stima precisa di quanto ammontino gli aiuti illegali da recuperare. Spetta all'Italia una ricognizione in merito, ma dalla Commissione assicurano che si sta "lavorando in modo costruttivo con le autorità italiane per attuare la decisione del 2015".

Dura la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, che si scaglia contro un'Europa "incapace di distinguere aiuti di stato da quello che lo stato deve legittimamente ad una popolazione colpita da un dramma".

"La presenza popolare all'Aquila rappresenta un grande segnale- prosegue Giorgia Meloni - un segnale di dignità per questo territorio che è abituato a combattere per le cose giuste. Quello che accade qui è una vergogna senza precedenti"

Giorgia Meloni, poi, ha spiegato di aver già "portato la vicenda al Presidente della Repubblica quando sono stata al secondo giro di consultazioni. Nel primo giro - ha aggiunto - avevano parlato con lui di Europa, e quando sono tornata ho chiesto al Presidente Mattarella se lui ritenga che questa sia l'Europa alla quale noi dobbiamo tanto perché forse è cieca, sorda, muta e un po' cretina e quindi gli ho chiesto di dare un mandato per la risoluzione di questo problema".

Daniele Basili

immagine da cityrumors.it