Netanyahu respinge le richieste di Hamas: "Non accettabili". Si riapre la strada dei negoziati a Doha
TEHERAN / TEL AVIV / DOHA – Le speranze di una tregua duratura nella Striscia di Gaza si scontrano con un nuovo muro: quello innalzato dal premier israeliano Benyamin Netanyahu, che ha definito “non accettabili” le modifiche richieste da Hamas alla proposta di cessate il fuoco avanzata dal Qatar. “Israele – ha dichiarato – proseguirà nei negoziati solo sulla base della proposta già accettata”. Tuttavia, una delegazione partirà domenica per Doha per i colloqui indiretti, confermando che la diplomazia non si ferma.
Hamas: allerta massima e timori di blitz israeliani
Parallelamente, Hamas si prepara a un momento delicato. L’organizzazione palestinese ha emesso direttive severe ai propri militanti: massima prudenza nei movimenti e nelle comunicazioni, timore di operazioni israeliane mirate. La leadership, rifugiata in Qatar, teme che il clima di attesa della tregua possa essere sfruttato da Tel Aviv per raid mirati, arresti e azioni di recupero ostaggi.
Khamenei riappare in pubblico dopo il conflitto
Sul fronte iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei ha fatto la sua prima apparizione pubblica dopo il cessate il fuoco del 24 giugno. Il leader supremo ha partecipato a una cerimonia religiosa a Teheran, salutando i fedeli in occasione dell'anniversario del martirio dell’Imam Hussein. Un segnale che l’Iran intende riaffermare la propria presenza sulla scena regionale, anche nel dopo-guerra.
Gaza ancora sotto assedio: 70 vittime in 24 ore
Intanto, la Striscia di Gaza continua a essere teatro di attacchi e lutti. Secondo fonti mediche locali, almeno 70 civili sono morti nelle ultime 24 ore sotto i bombardamenti israeliani. L’IDF rivendica l’uccisione di “decine di terroristi”, la distruzione di depositi di armi, rampe di lancio missilistiche e centri di comando delle fazioni armate.
Frizioni sugli aiuti umanitari
Uno dei nodi centrali del negoziato è la gestione degli aiuti. Hamas ha chiesto che la distribuzione torni sotto il controllo diretto dell’ONU, escludendo la Gaza Humanitarian Foundation (GHF), ritenuta da Israele e USA troppo permeabile all'influenza delle milizie. La GHF ha denunciato il ferimento di due operatori umanitari americani a Rafah, mentre distribuivano pacchi alimentari. Le Nazioni Unite non hanno ancora risposto alla richiesta formale di supervisione.
Tel Aviv sotto pressione: manifestazioni e tensioni interne
Nel cuore di Israele, la pressione dell’opinione pubblica cresce. Decine di migliaia di persone si sono riversate in piazza a Tel Aviv e in altre città per chiedere il rilascio immediato di tutti gli ostaggi. Il Forum delle Famiglie ha duramente criticato l’idea di una liberazione scaglionata, evocando la tragica memoria delle “liste di Schindler” e denunciando un clima di incertezza insostenibile.
Diplomazia in fermento: Meloni e Trump nella partita
Sul fronte diplomatico, il premier Netanyahu è atteso alla Casa Bianca per un incontro con il presidente Donald Trump. Prima della partenza, ha sentito telefonicamente la premier italiana Giorgia Meloni, che ha ribadito l’urgenza di un cessate il fuoco stabile e di accesso umanitario completo a Gaza. La Meloni ha avuto colloqui anche con l’Emiro del Qatar, al centro delle trattative sin dal vertice G7.
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